Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

Le ragioni del no alla guerra in Iraq
I dieci punti di Zinni
Dal vecchio leone un forte invito alla prudenza

Maria Mezzina

Antony Zinni, una lunga esperienza militare al servizio della intelligence statunitense e, ora che è in pensione, al servizio della gente. Il vecchio generale della marina, invitato a dire la sua su una probabile guerra all'Iraq - era il 10 ottobre scorso, ora la guerra sembra ormai certa - al Middle East Institute di Washington, ha elencato dieci buone ragioni per un NO alla guerra in Iraq; ragioni che il vecchio stratega ha presentato come condizioni preliminari perché l'intervento militare in Iraq si risolva in un successo per gli USA.
Il discorso di Zinni è riportato in sintesi dal "Defence Monitor", organo di stampa del CDI (Centre for Defence Information), agenzia governativa di informazione sui temi relativi alla sicurezza internazionale. Ecco le ragioni del no alla guerra, le condizioni preliminari secondo Zinni, che cosa cioè è essenziale ottenere o fare perché una eventuale guerra non sia una catastrofe per gli USA:
1. la legittimazione internazionale, sotto forma di adesione ufficiale e di appoggi economici e logistici;
2. una guerra breve, onde evitare incidenti e ripercussioni negative;
3. distruzioni e vittime civili limitate, per evitare danni sia di immagine che economici, visto che saranno poi gli USA a dover partecipare economicamente alla ricostruzione;
4. la non partecipazione di Israele alla guerra, per evitare una rivolta non più controllabile dell'intera area mediorientale;
5. che le folle non insorgano in manifestazioni di piazza ( le folle dei paesi arabi, dove la situazione è esplosiva; le folle dei paesi occidentali sono molto più "controllabili");
6. che nella transizione dal governo di Saddam a un nuovo governo sia mantenuto l'ordine e che il nuovo governo abbia l'appoggio di tutto il popolo;
7. che siano condivisi i costi dell'operazione e le risorse economiche e di intelligence per lavorare con la gente del luogo per la ricostruzione fisica, politica e sociale del paese;
8. che il passaggio alla democrazia avvenga in modo ordinato e senza spargimento di sangue in modo da garantire la tranquillità del paese;
9. che non si arrivi ad uno stato di mobilitazione militare in tutto il mondo: occorre cioè fare in modo che i paesi non diventino sede di "santuari del terrorismo" e vittime di atti di terrorismo e attentati ed evitare che le energie disponibili per la ricostruzione politica e sociale vengano disperse in questo nuovo problema, che è poi quello che si vuole combattere;
10. che siano mantenute le promesse fatte: riportare Israele e i Palestinesi al tavolo della pace; aiutare il governo moderato in Iran a continuare sulla strada delle riforme; aiutare l'Afghanistan e i paesi dell'Asia centrale a conseguire i cambiamenti che erano stati promessi; ricostruire i contatti e le relazioni fra i paesi che erano state compromesse dal conflitto precedente e aiutare la gente a ritrovare l'unità.
Per ognuna delle condizioni dell'elenco, il generale ha fornito un'analisi accurata della situazione di fatto arrivando alla conclusione che molto rimane da fare perché sia del tutto realizzata.
È probabile che l'intelligence statunitense abbia lavorato alacremente e con impegno in questi ultimi tre mesi sui punti messi in evidenza da Zinni, come per il conseguimento dell'appoggio internazionale (la prima delle dieci condizioni) - non mancano certamente al più "ricco" e "potente" impero mondiale gli strumenti per "convincere" i membri degli organismi internazionali e i suoi potenti partners commerciali, vale tutti i più grandi del commercio e della finanza mondiale, inclusi quelli dei paesi che si vogliono colpire.
Certe condizioni non possono essere risolte nello spazio temporale di tre o quattro mesi perché ci sono dietro situazioni che coinvolgono la gente comune, drammi si trascinano avanti da anni e che continuano ad essere fomentati dalla violenza che genera l'odio e quindi altra violenza.

 

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Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it