Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

Storia
L'eredità romana della Turchia
Legame e continuità tra Roma e Costantinopoli

Alberto Foresi

Fra le nazioni del Vicino Oriente, la Turchia appare senza dubbio quella più interessata da un generale processo di modernizzazione e di progressivo adeguamento ai parametri europei. Al di là delle sue aspirazioni a divenire membro dell'Unione Europea, l'attuale processo è l'evento conclusivo di una fase iniziata al termine del primo conflitto mondiale, dopo la caduta e lo smembramento dell'Impero ottomano e la presa del potere, intorno al 1920, da parte del generale Mustafà Kemal Ataturk. Artefice di un ordinamento istituzionale volto al superamento di un apparato di potere divenuto logoro ed anacronistico, Ataturk cercò di favorire l'inserimento della Turchia - riconosciuta a livello internazionale con il trattato di Losanna del 1923 che conferì al Paese la sovranità sulla Tracia - nel rinnovato contesto politico euro-asiatico. Tale opera riformatrice trovò compimento con il successore di Mustafà Kemal, Ismet Ononu, il quale introdusse il sistema multipartitico e indisse nel 1945 le prime libere elezioni. L'Impero ottomano è tradizionalmente identificato quale il principale nemico dell'Europa cristiana, basti pensare alla sua espansione nell'area balcanica ed ai ripetuti tentativi di proiezione nel cuore stesso della Mitteleuropea, tentativi che si concretizzarono nei due assedi di Vienna nel 1529 e nel 1683, o alla battaglia navale di Lepanto del 1571, che si concluse con la vittoria della coalizione cristiana sulla flotta ottomana. Non solo, anche nel piccolo delle tradizioni popolari locali ogni nemico esterno veniva associato con i Turchi, rei di compiere razzie e portatori di ogni vizio; un'associazione che, a livello idiomatico, persiste tuttora. In realtà l'Impero ottomano aveva sin dalle sue origini una vocazione che si può definire, sebbene impropriamente, europea. Provenienti dall'Asia centrale agli albori del Medioevo, i Turchi compirono una lenta migrazione verso le aree soggette al dominio arabo ed all'Impero bizantino; le conquistarono progressivamente e il 29 maggio del 1453 giunsero, sotto la guida di Maometto II, all'espugnazione della capitale Costantinopoli, ribattezzata Istanbul. È proprio la conquista della Seconda Roma l'evento cruciale della storia turca: non solo per il prestigio conseguito, giacché l'espansione turca continuerà anche nei secoli successivi, ma soprattutto per il suo valore simbolico. Non cadeva solamente una città ma con essa un Impero potente e diretto continuatore di quello romano, cristiano e baluardo del Cristianesimo contro l'espansione islamica, prima araba e, successivamente, turca. L'ingresso di Maometto II a Santa Sofia, la morte in battaglia dell'ultimo imperatore, Costantino XI, costituirono un evento epocale agli occhi dei contemporanei, paragonabile forse solo al sacco di Roma da parte dei Visigoti nel 410; e di ciò era ben consapevole il nuovo signore di Costantinopoli. Quello che fino a quel momento era apparso come poco più di un regno nomade divenne un reale impero, uno stato organizzato anche grazie al contributo dei funzionari greco-bizantini i quali, seguendo uno schema già attuato nel sultanato di Iconio, furono prontamente inseriti fra i nuovi quadri dirigenti. Costantinopoli rappresentava la sopravvivenza di Roma, nella sua accezione bizantina, e i Turchi, unitamente ai Russi, che fecero di Mosca la Terza Roma, raccolsero in pieno l'eredità romana, cementata dal nuovo credo islamico, come, in fondo, era accaduto allorché Costantino rifondò sul Bosforo una Roma cristiana. Questa eredità si concretizza nell'essenza multietnica comune ai due Imperi e nella progressiva equiparazione giuridica dei sudditi indipendentemente da razza o religione. È perciò tenendo anche conto della suggestione dell'eredità romana che sembra necessario leggere la successiva storia turca: un Impero con baricentro a cavallo tra Europa ed Asia, con un potere consolidato nella penisola arabica e nel Mediterraneo meridionale - area vitale anche per l'antica Roma - proteso comunque verso l'Europa centrale, in una tensione in cui confluirono ataviche tradizioni guerriere e idealità di guerra santa.

 

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Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it