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Calcio Daniele Proietto Il 30 ottobre 1960, nel quartiere povero di Villa Florito, nella periferia di Buenos Aires, nasce un bambino destinato a scrivere la storia calcistica della sua nazione e ad incantare i tifosi di tutto il mondo: Diego Armando Maradona.Era evidente sin da bambino il talento di cui era dotato; ben presto inizia a giocare nella squadra dell'Argentinos Junior, per poi passare a quella più famosa del Boca Juniors. Esordisce in competizioni internazionali con la nazionale giovanile argentina - che guiderà alla vittoria del titolo mondiale nel 1979 -, trampolino di lancio per quella maggiore. Al termine del mondiale spagnolo del 1982, viene ingaggiato dal Barcellona, grazie al quale si farà conoscere per la prima volta dal pubblico europeo, che ne rimarrà incantato. L'avventura spagnola serberà a Maradona gioie e dolori: le prestazioni esaltanti del "pibe de oro", sono interrotte dal terribile infortunio procuratogli da Gojcochea (frattura della caviglia sinistra e rottura dei legamenti). Nel 1984 Dieguito firma un contratto con il Napoli, e subito diviene il vanto e l'idolo dei tifosi locali, che contraccambierà con grandissime prestazioni e innumerevoli vittorie. Nel 1986 per Maradona si avvera il sogno di tutta una vita: insieme ai suoi compagni della nazionale argentina si laurea campione del mondo, mostrando a milioni di persone la sua classe cristallina (leggendari i due goal contro l'Inghilterra). L'arrivo degli anni '90 coincide con il declino del campione argentino: nel 1991 viene trovato positivo ad un controllo antidoping, effettuato subito dopo una partita del campionato italiano, e viene squalificato per 15 mesi. Nonostante i rapporti con i tifosi napoletani siano fantastici, quelli con la società diventano critici, tanto che Maradona si vede costretto a lasciare la sua seconda patria (Napoli) per tornare in Spagna nelle file del Siviglia (1992). Nel 1994, ai mondiali statunitensi, Maradona infligge un altro durissimo colpo alla sua carriera da calciatore e alla sua vita: sottoposto al test antidoping, risulta nuovamente positivo. Da quel giorno "el pibe de oro" non sarà più lo stesso. Il fallimento del suo ritorno sui campi da calcio (nel 1995 con il suo amato Boca Juniors) sancirà la fine del più grande calciatore di tutti i tempi. Il Maradona dei giorni nostri appare soprappeso, affaticato, evidentemente segnato da una vita sregolata e piena di vizi, e dall'uso frequente della droga. Già dai tempi del Napoli infatti si parlava di feste tenute su Yacht - chiamati "navi bianche" per le grandi quantità di cocaina che circolavano a bordo -, nelle quali Maradona insieme ad altri suoi compagni e ad alcuni famosi personaggi non appartenenti al mondo del calcio, faceva uso di sostanze illegali. La grandezza del Maradona-calciatore è ormai riconosciuta universalmente, come pure la debolezza del Maradona-uomo. Maradona è stato vittima di un destino comune: quello di un ragazzo che, nato povero e divenuto tutto ad un tratto ricchissimo, dotato di una cultura di basso livello e circondato dalle persone sbagliate - per lo più amici di comodo -, perde improvvisamente la testa. Quel ragazzo venuto dal nulla, che era riuscito ad ottenere tutto, forse proprio nell'ignoranza ha trovato l'unico limite che gli venisse imposto: una mente dalle capacità troppo piccole rispetto a quelle dei piedi. Premi ottenuti da Maradona durante la sua carriera calcistica * 1978: Capocannoniere del Campionato
Metropolitano.
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Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it
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