Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

Una Collezione Universale

 

“… la raccolta ha un carattere storico-universale forte, nella misura in cui comprende tutte le regioni del mondo, anche in proporzioni molto varie, e tutte le epoche della storia allora conosciuta. Saremmo anche tentati di definirla “enciclopedica”, tenuto conto dell’interesse di Stefano Borgia per la storia naturale, attestato fin dal 1782 da una collezione di minerali; vi si oppone tuttavia il fatto che i campioni naturali sono stati separati dal resto e collocati in una casa di campagna vicino a Velletri.

È meglio dunque vedere nella collezione Borgia un pendant non dell’Encyclopédie ma delle storie e delle geografie universali, delle quali conosciamo il successo nel corso del XVIII secolo, e considerarla una materializzazione del desiderio di conoscere credenze e costumi dei popoli non cristiani, non solo per facilitare il lavoro dei missionari, ma anche per far progredire le conoscenze degli Europei su tali popoli.
A questo proposito è significativo che diversi lavori importanti sugli oggetti della collezione Borgia siano stati realizzati da studiosi protestanti.
Si può anche dire, sbilanciandosi un poco, che questa collezione è il risultato della rottura con le versioni della filosofia della storia tipica dei Lumi che, non contente di affermare la superiorità della civiltà europea nella sua forma attuale su tutte le civiltà esistenti e su tutte la civiltà del passato, arrivavano a considerare barbari tutti gli altri popoli, e a negare di conseguenza alle loro produzioni la natura stessa di arte.”

[Krysztof Pomian, Una collezione al crepuscolo dei lumi. Da La collezione Borgia. Curiosità e tesori da ogni parte del mondo, a cura di Anna Germano, Marco Nocca - Ed. Electa Napoli, 2001]

 

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