Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

I bambini del nuovo millennio
Ascoltiamoli
Rapporto Unicef 2003

Simona Ottaviani

L'indicazione che si trova nel più recente rapporto dell'Unicef "La condizione dell'infanzia nel mondo" (2003) è tanto chiara e forte quanto rivoluzionaria: ascoltare bambini e ragazzi e fare tesoro delle loro opinioni per costruire insieme a loro un mondo migliore.
Ovviamente per realizzare questo c'è bisogno degli adulti e le cose che questi ultimi dovrebbero fare sono poche e chiare: raccogliere le aspettative e le opinioni dei ragazzi tenendo in seria considerazione i loro punti di vista e aiutarli a sviluppare le loro competenze al fine di rendere autentica la loro partecipazione.
Sembra tanto semplice ma quanti "grandi" sono disposti a farlo? Quanti di loro accetterebbero un consiglio da un bambino o anche solo da un ragazzo? I più credono infatti che una cosa del genere significhi la perdita di chissà quale potere e sia un colpo durissimo al proprio orgoglio.
Ascoltare i bambini non deve essere percepito come una limitazione dell'autorità degli adulti; è piuttosto un modo semplice e innovativo di insegnare loro il dialogo e il confronto, e di far loro apprendere i meccanismi attraverso cui influire in modo costruttivo sulla realtà che li circonda.
La più importante conseguenza di questo tipo di approccio è di provocare nel ragazzo l'innesco di una progressiva assunzione di responsabilità, causa di una notevole crescita.
A volte i "grandi" tendono a dimenticare che coloro che oggi sono bambini domani saranno adulti e poco o niente investono per loro. Proviamo a vedere quanto spazio nelle politiche pubbliche e sociali o anche nella semplice pubblicità elettorale è dedicato all'infanzia. Troppo poco. Non si pensa quasi mai che per formare futuri cittadini tolleranti, attivi, democratici bisogna offrire loro informazioni e sollecitare la loro partecipazione e la loro autostima.
L'Unicef stesso si rende conto che tutto questo rappresenta un radicale mutamento di pensare e di agire degli adulti, ma fino ad oggi le opinioni, la perspicacia, le esperienze, le capacità e le energie dei bambini sono state delle enormi risorse inutilizzate. Viene quindi spontaneo chiedersi se con la partecipazione dei bambini alle decisioni più o meno importanti questo mondo sarebbe stato anche solo una briciola migliore.
Nel maggio del 2002 l'ONU ha deciso di cambiare il mondo non solo per i bambini ma con il loro aiuto. È ormai scientificamente provato che i valori della democrazia, della collaborazione, della convivenza e della risoluzione pacifica del conflitti possono essere trasmessi attraverso l'insegnamento scolastico ma, soprattutto, si imparano più facilmente durante l'infanzia.
Per questo è stato anche riconosciuto il valore della famiglia come luogo principe dove i bambini imparano a partecipare e ad esprimere le loro opinioni mentre rispettano quelle altrui e che un ruolo altrettanto importante assume anche lo sport, che è strumento di crescita e di sviluppo non solo fisico.
"Se vogliamo realmente cambiare questo mondo diviso, devastato, straziato dalle guerre, diffondendo e promovendo la pratica della democrazia, se vogliamo sinceramente creare un mondo a misura di essere umano, riusciremo nel nostro scopo solo quando ci avvarremo della piena partecipazione dei bambini e dei giovani" (Rapporto Unicef 2003).

Per maggiori informazioni o per richiedere il Rapporto Unicef contattare:
Ufficio Stampa Unicef Italia 06.47809233-287-234 E-mail press@unicef.it

 

Homepage

 

   
Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it