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Carceri, vini e
cantine Maria Mezzina Ci sono degli eventi che appartengono alla sfera del quotidiano capaci di modificare nel profondo persone e luoghi. È il caso dell'invito che ho ricevuto da un Rotariano di Velletri per l'inaugurazione della cantina del carcere di Velletri e la degustazione del vino, per la prima volta prodotto all'interno della casa circondariale. Il vino, quando è poco, è gioia e convivialità, il modo migliore per accogliere pienamente "l'altro". Il fatto poi che il rito conviviale si svolgesse all'interno del carcere è stata la ragione più importante della mia partecipazione.La visita alla cantina e alle serre e la degustazione del vino - prelibato il novello, appagante il bianco, ancora troppo giovane il rosso, che sarà pronto per il primo dell'anno -, meritavano una maggiore attenzione. Trovato l'interlocutore adatto, un Rotariano viticoltore ed enologo, una passione per l'uva ed i vini ereditata dal padre, ricco di esperienza, con una grande carica di generosità e di umanità ("solo un Rotariano", dice lui chiedendo di rimanere anonimo) ho scoperto, in un'intervista, i segreti di quel piccolo grande successo. Il carcere è stato costruito su un'ampia spianata, contrada Lazzaria, una volta intensamente coltivata a vigneto e poi abbandonata. Le ruspe hanno distrutto le vigne per far posto alla costruzione ma molti vigneti attorno sono stati risparmiati. Il terreno, fertile, andava però coltivato e occorreva piantare dei giovani vitigni - "ripiantumare delle barbatelle", viti selezionate riproducenti pregiate (in gergo tecnico) - perché la produzione di vino potesse essere ripresa. Il Rotary è un'associazione internazionale che "svolge progetti di interesse pubblico, prendenti di mira molti dei problemi più scottanti del mondo moderno. I Rotary club sono autonomi e decidono i loro progetti in base alle necessità locali". Il DG (Governatore Designato) del 1995, Cesare Longo, è da allora il coordinatore della Commissione Rotary "Reinserimento - Dal carcere alla società", che ha già promosso progetti a Roma, a Viterbo e in Sardegna. Longo ha messo insieme il carcere e la tradizione agricola ed enologica della città, e ha chiesto al club di Velletri di preparare un progetto da realizzare all'interno del carcere. È a questo punto che, sostenuto dagli altri soci del club, è entrato in gioco l'esperto enologo della mia intervista. Sono stati determinanti, per la felice riuscita del progetto, vari fattori e alcune fortunate circostanze. La Costituzione Italiana, innanzi tutto, che all'articolo 27, terzo comma dice "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". La posizione della struttura, come già detto, al centro di una vasta zona prima coltivata a vigneti. La presenza fra i Rotary del nostro viticoltore, enologo appassionato e generoso. L'esistenza nel carcere di una serra bene avviata, sotto la direzione dell'agronomo dott. Rodolfo Craia, che in questo miracolo ha avuto un ruolo fondamentale. La presenza fra i detenuti di Marcello, un esperto enologo che ha portato avanti il progetto dall'interno insieme ad una decina di altri internati. E infine, su tutto, la disponibilità del Direttore, il Dott. Vincenzo Magri. La realizzazione del progetto è andata avanti per gradi: la risistemazione dei vigneti, la ripiantumazione delle barbatelle e il recupero delle viti autoctone (varietà pregiate del luogo scomparse a causa della guerra e della commercializzazione indiscriminatata). È stata fatta la misurazione dei vigneti per poter censire le vigne al catasto vinicolo e ottenere il marchio DOC (denominazione di origine controllata) e IGT (indicazione geografica tipica), a cura del geometra Giorgi, anche lui Rotariano, per poter immettere sul mercato un prodotto di qualità, in grado di sostenere la concorrenza e di superare il pregiudizio di chi legge sull'etichetta la sua provenienza: "Casa Circondariale di Velletri". E così è nato il progetto. Esso è piaciuto al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che lo ha finanziato e, con il contributo di esperienze e professionalità esterne ed interne, lo ha realizzato. Una cantina piccola, tecnologicamente avanzata
e bene avviata
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Num 20 Dicembre 2002 | politicadomani.it
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