Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Un altro mondo è possibile
Sviluppo sostenibile
Conferenza a Velletri con Paolo Palazzi

Giorgio Nanni

Per approfondire il tema dello sviluppo sostenibile, ormai di interesse comune, giovedì 19 dicembre alle ore 16:00, presso la Biblioteca Comunale sala A. Tersenghi ci sarà una conferenza con il prof. Paolo Palazzi, docente di "Economia dello sviluppo" presso la Facoltà di Economia della Sapienza di Roma, dal titolo "Sviluppo sostenibile: da utopia a politica economica?"

Nell'ultimo rapporto dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) viene analizzata la variazione della temperatura sulla terra. Nello scorso secolo si è verificato un aumento di temperatura da 0,6 fino a 0,8 gradi, che è stato responsabile dello scioglimento dei ghiacciai e dell'aumento delle precipitazioni. Il rapporto parla chiaro: la variazione della temperatura è riconducibile in massima parte all'azione dell'uomo. Le conseguenze economiche, climatiche, mediche che questo comporta sono ormai evidenti a tutti. Per utilizzare la terminologia di Beck e Giddens, ha termine la modernizzazione lineare, legata ad uno sviluppo continuo con incremento dei consumi e conseguente collasso ecologico, e si entra di necessità nell'era della modernizzazione riflessiva in cui occorre farsi carico delle conseguenze sull'ecosistema delle nostre decisioni. Il concetto di sviluppo sostenibile, che incontra un favore crescente, diventa, quindi, imprescindibile per qualunque pianificazione economica. Secondo la definizione che ne dà il rapporto Brundtland (elaborato nell'ambito delle Nazioni Unite nel 1987), lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Proprio in quest'ottica va rivisto il concetto di equità che implica un'equità nel senso della parità di accesso alle risorse ambientali ed economiche da parte di tutti i cittadini nel mondo senza distinzioni di ceto, razza, lingua e credo religioso, ed un'equità intergenerazionale nel senso di farsi carico delle opportunità delle generazioni successive.
Lo sfruttamento di molte risorse, infatti, è irreversibile e porta come conseguenza l'impoverimento dell'ecosistema con precise minacce per l'equilibrio ecologico della terra. L'analisi degli indicatori dello sviluppo sostenibile implica però una rivoluzione concettuale, la consueta contabilità nazionale, ad esempio, prende in esame l'integrazione tra aspetti economici ed aspetti ambientali, ma non affronta minimamente il capitolo delle relazioni fra aspetti economici, ambientali e sociali che costituiscono l'essenza stessa dello sviluppo sostenibile. Nell'approccio tradizionale non si prende quasi mai in considerazione il depauperamento del capitale ecologico implicito in ogni produzione di beni economici; lo sviluppo sostenibile, invece, si fa carico del capitale ecologico complessivo facendo in modo che nel calcolo del reddito rientri anche il capitale naturale a rischio di distruzione. È evidente che un tema del genere non può più essere affrontato su scala nazionale e che vanno create ed implementate istituzioni globali. Il rifiuto degli USA di aderire al trattato di Kyoto rappresenta un pesante attacco all'equità fra i popoli e fra le generazioni presenti e future in quanto mette a rischio l'ambiente in cui viviamo oggi e in cui vivranno gli esseri umani di domani. La decisione USA è doppiamente miope perché, oltre a mettere in pericolo la stabilità ecologica della terra, non realizza nemmeno vantaggi reali in termini di competitività economica. A conferma di ciò basterebbe porre attenzione alle buone prestazioni economiche realizzate dalle nazioni più coerenti nel perseguire l'abbattimento delle emissioni dannose; le politiche economiche e i conseguenti risultati positivi non entrano in alcun modo in conflitto né vengono limitate o danneggiate dalle politiche di tutela ambientale perseguite con decisione.

L'incontro con il prof. Palazzi è stato organizzato dal Comitato promotore dell'Ulivo "Velletri fuori dalla palude", circolo G.M. Volonté.

 

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