Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Popolo curdo
Alla ricerca dell'indipendenza
Storia di un popolo e di una lotta che dura da secoli

Giorgio Innocenti

Tra il XII ed il XIII sec, una dinastia curda dominò il medio oriente mussulmano. Per il resto della loro storia, i curdi non hanno mostrato mire espansionistiche, piuttosto hanno tentato di mantenere l'indipendenza. E una certa indipendenza hanno conservato, di fatto, anche dopo il XVI sec, quando l'impero ottomano e la Persia si sono divisi la sovranità sul paese. Ciò è stato possibile grazie alla relativa lontananza del Kurdistan dal centro dei due imperi, alle asperità del territorio che rendevano difficili interventi militari da parte del potere centrale e alla strenue resistenza che la popolazione ha sempre opposto ad ogni tentativo di imporre un più stretto dominio.
Nel corso del XIX secolo l'impero ottomano comincia però ad attuare una politica sempre più repressiva verso la popolazione curda: deportazioni di massa e sostituzione dei capi locali con governatori ottomani. Gli ultimi anni del XIX ed i primi del XX sec vedono un risveglio culturale curdo: un fiorire d'iniziative tese a salvaguardarne e riscoprirne le tradizioni. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1920, con il trattato di Sevres, le grandi potenze definiscono la nuova sistemazione dei territori dell'ex Impero ottomano. Per il Kurdistan prevedono un regime di forte autonomia in vista di una completa indipendenza. Il trattato di Sevres non sarà mai applicato e nel 1923, con il trattato di Losanna, sarà dichiarato decaduto. Il nuovo trattato divide il Kurdistan tra Iran, Iraq e Turchia; a quest'ultima tocca la porzione maggiore del territorio. Da allora le insurrezioni dei Curdi contro i tre stati si susseguono senza soluzione di causa. Ad esse gli occupanti rispondono con feroci repressioni e leggi tese a negare l'identità curda. I tre stati nel '36 con un trattato sanciscono la definitiva spartizione del Kurdistan prevedendo anche un coordinamento della lotta contro l'irredentismo curdo.
Nel 1945 Mustafa Barzani fonda il Partito democratico curdo (Pdk) e l'anno seguente proclama a Mahabad, in territorio Iraniano, un Repubblica Indipendente curda. Essa è abbattuta nel giro di un anno. Le ribellioni continuano con alterne vicende: nel '58 il contributo dei curdi è decisivo per il rovesciamento della monarchia hashimita in Iraq. Il nuovo regime di Kassem però, dopo alcune concessioni, non mantiene i patti; così, nel '61, riprende la lotta che porta ad altre concessioni a loro volta disattese. Nel 1975 dalla fusione di tre diversi movimenti politici ha origine l'Unione Patriottica Curda (Puk o Upk). Fondatore è un ex collaboratore di Barzani, Jalal Talabani che ha lasciato il Pdk per contrasti personali con il leader. L'Upk diviene il principale rivale del Pdk: alla fine degli anni Sessanta Talabani è addirittura consigliere del governo iracheno contro Barzani. Nel 1978 Abdullah Ocalan fonda il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) che oggi detiene ormai l'egemonia nel Kurdistan turco, anche grazie allo spostamento dall'iniziale ideologia maoista ad un socialismo democratico, aperto al sentimento religioso popolare. Il Pkk ha dato una svolta alla lotta curda non scendendo mai a patti con i governi "oppressori".
Durante la guerra Iran-Iraq (1980-88) Teheran appoggia l'irredentismo curdo in Iraq mentre Bagdad è intenta a fare lo stesso con i curdi Iraniani. Entrambi i belligeranti sono pronti a tutto per mantenere il controllo delle zone di confine in Kurdistan: Saddam Husayn utilizza armi chimiche contro i curdi mentre l'ayatollah Khomeini proclama che "uccidere un curdo non è peccato". Nel 1984 la Turchia si accorda con l'Iraq per un'azione anticurda. Nel 1991 scoppia la guerra del golfo: alla sconfitta Irakena i curdi insorgono. Bagdad bombarda i villaggi del Kurdistan con armi chimiche. Per mettere fine a tale situazione l'ONU crea una zona di sicurezza. Questo "Kurdistan di fatto" è governato congiuntamente da Puk e Pdk fino al 1994. Dopo questa data le due formazioni cominciano a contendersi militarmente il controllo della regione. Grazie alla mediazione di Washington ed Ankara, nel 1998 si arriva ad un accordo tra Massud Barzani (figlio di Mustafa) e Talabani. I due s'impegnano a collaborare nel governo della zona di protezione e ad "eliminare ogni presenza del Pkk nel Kurdistan Irakeno".
Ancora una volta i partiti curdi sono l'uno contro l'altro. Ciò spiega la solerzia della Turchia nel proporsi come paciere. L'interesse degli USA non è mai stato in dubbio: quella curda è la principale tra le opposizioni al governo di Saddam.

 

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