Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Cultura
Le montagne amiche
Un ruolo della donna inaspettato

Indy

"I Curdi non hanno amici al di fuori delle proprie montagne": così recita l'antico proverbio. In effetti, se il popolo curdo è riuscito a mantenere una propria cultura peculiare, deve ringraziare la particolare conformazione del territorio in cui vive che gli ha permesso di mantenere un certo isolamento e quindi di resistere ai tentativi d'assimilazione che ha dovuto subire nel corso dei secoli. La maggioranza dei Curdi è di religione mussulmana (la loro conversione risale al VII sec.) ma tradizioni e costumi sociali sono chiaramente influenzati dalla cultura pre-islamica. Nella società curda la donna mantiene un ruolo centrale ed una notevole indipendenza. I matrimoni sono generalmente monogamici e non combinati dalle famiglie, la consuetudine prevede il pagamento del prezzo della sposa. La condizione favorevole di cui godono le donne curde trae origine, con tutta probabilità, da un antico ordinamento matriarcale. Anche gli abiti tradizionalmente indossati dalle donne segnano una netta differenza con le culture limitrofe. Essi sono colorati ed appariscenti e lasciano il viso scoperto (cosa che crea non pochi problemi nel Kurdistan iraniano).
Tradizionalmente organizzati in tribù seminomadi dedite all'allevamento di capre, pecore, bufali, cavalli e, più raramente, cammelli i curdi in estate migrano con il bestiame verso i pascoli d'alta montagna dove vivono nelle tradizionali tende nere di lana di capra; in inverno l'abitazione è di solito costituita da una casa in mattoni crudi con silos interrati. Oggi, però, cresce il numero di quanti divengono sedentari a causa dell'inurbamento e del passaggio dall'allevamento all'agricoltura (che attualmente è la principale fonte di sostentamento della regione). L'originario ordinamento tribale resiste anche tra i sedentari, ma solo nelle zone rurali.

 

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