Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Forum Sociale Europeo
Firenze, i giovani, la politica
La novità di un evento concluso con un grande corteo

Raffaello A. Doro

Un successo. È senza dubbio questo l'esito della tre giorni di conferenze, assemblee e dibattiti svoltasi nel capoluogo toscano e culminata nell'immenso corteo pacifico, un milione di persone, del 9 novembre, per dire un "no" secco alla guerra, a tutte le guerre, ma in modo particolare all'ormai imminente attacco che gli Stati Uniti si preparano a condurre contro l'Iraq. Una guerra che colpirà un Paese che vive da 12 anni sotto embargo economico e rischia di uccidere tantissimi innocenti, oltre a coloro che già muoiono di fame e di malattie. Non c'era solo la voglia di dire no alla guerra, nelle lunghe e fredde giornate fiorentine, c'era anche una gran voglia di esserci e di portare il proprio contributo su temi profondamente attuali e drammatici: la gestione delle risorse idriche del pianeta, la fame, lo sfruttamento minorile nel Terzo mondo, le condizioni di vita di chi è costretto a vivere nei sobborghi infestati da epidemie, come a Korogocho in Kenya, di cui ha parlato padre Alex Zanotelli missionario comboniano. C'erano talmente tante persone che Emiliano Brancaccio, economista, estensore della Tobin Tax, ha commentato con una celebre legge di mercato "…qui la domanda supera di gran lunga l'offerta e quindi l'offerta non può che migliorare". I giovani, e in modo particolare quelli più giovani, hanno dimostrato un forte desiderio di una politica nuova, pulita, fatta di idee e di progetti, ma anche e soprattutto di speranza. I 60.000 delegati presenti ai lavori hanno mostrato la loro voglia di agire politicamente, una politica capace di riscoprire la sua vocazione originaria, la cura della polis e quindi dell'interesse e del bene collettivo. La Fortezza da Basso è diventata un simbolo, uno spazio di azione collettiva per affermare con forza le tre discriminanti del Forum: no alla guerra, no al liberismo e alle sue leggi selvagge di mercato, no al razzismo In questo uno spazio, attorno a una tavola rotonda si è parlato di una nuova democrazia, più partecipata e più profonda di quella attuale. Il Social Forum ormai rappresenta nell'immaginario collettivo una forma di partecipazione politica e un simbolo del desiderio di cambiare il mondo in modo più giusto e più attento alle necessità di tutti. Un'altra vittoria conseguente il successo del corteo finale è stata la non violenza consapevole: vale a dire la consapevolezza che non con la violenza ci si contrappone alla globalizzazione economica ma con la scelta della moderazione e della partecipazione in massa ai processi democratici. Si tratta di un modo nuovo di agire che pone al centro dell'interesse collettivo i bisogni dell'uomo, l'ambiente, il rispetto e la cura per tutti, realizzato in modo pacifico. Il movimento saputo dimostrare a tutti i suoi detrattori che non è la violenza il suo tratto caratterizzante, lo sono invece il pacifismo e la convergenza dei popoli verso un mondo più giusto, un altro mondo possibile.

 

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Num 20 Dicembre 2002 | politicadomani.it