Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Unione Europea
Da Maastrich ad oggi
Le tappe fondamentali dell'allargamento della UE

Alessandro De Angelis

Nel corso di questi ultimi anni l'Europa, ha vissuto grandi eventi. Il crollo dell'Unione Sovietica e, di conseguenza, la fine della guerra fredda hanno notevolmente modificato il vecchio ordine geopolitica e posto fine ai vecchi modelli di equilibrio internazionale. Anche il processo d'integrazione europea si è fortemente accelerato. L'allargamento ai paesi dell'Europa centrale e orientale (PECO), a Cipro, a Malta e alla Turchia s'inserisce in questo nuovo contesto e rappresenta quindi un obiettivo storico dell'Unione Europea. Rappresenta inoltre un'occasione. Infatti l'estensione dell'Unione, almeno in una prima fase, a circa 100 milioni di nuovi cittadini favorirà gli scambi e le attività economiche e darà nuovo slancio allo sviluppo e all'integrazione dell'economia europea nel complesso. L'unione Europea da Maastricht (1992) a oggi è in continua espansione. Nel 1995 sono entrati a far parte dell'Unione Austria, Finlandia e Svezia. Il 20 ottobre l'Irlanda ha aderito al trattato di Nizza del 2001 (in precedenza si era rifiutata di ratificare il trattato). Altri 12 Paesi sono in attesa di entrare a far parte dell'Unione: Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Lituania, Cipro, Slovacchia, Lettonia, Polonia, Malta, Bulgaria e Romania. Secondo le previsioni, i primi dieci candidati saranno in grado di firmare un accordo di adesione entro il 2004; potranno così partecipare alle elezioni del nuovo Parlamento Europeo. La prima tornata di adesioni potrebbe far aumentare di oltre un quarto la popolazione europea e farle raggiungere quasi 500 milioni. Il PIL totale però aumenterebbe al massimo del 5%. La decisione di principio riguardante la prospettiva dell'allargamento dell'Unione ai paesi associati dell'Europa centrale e orientale è stata presa dal Consiglio Europeo di Copenaghen, il quale ha inoltre ridefinito i criteri che dovranno rispettare i paesi candidati prima dell'adesione.
Tali criteri sono:
a) il criterio politico: presenza di istituzioni stabili garanti della democrazia, del primato dei diritti e dei diritti delle minoranze;
b) il criterio economico: esistenza di un'economia di mercato vitale;
c) il criterio del recepimento dell'acquis comunitario: capacità di rispettare i propri obblighi, in particolare di approvare gli obiettivi dell'Unione economica, politica e monetaria. Dopo Copenaghen importanti tappe sono state il Consiglio Europeo di Madrid nel '95, dove la Commissione ha presentato una relazione intermedia nella quale sono stati messi in luce i potenziali vantaggi dell'allargamento riguardo alla sicurezza e alla pace, nonché per lo sviluppo dell'intera Europa, e il Consiglio di Amsterdam del '97, chiusosi con l'adozione del trattato di Amsterdam. Sempre nel '97 la Commissione Europea ha pubblicato "AGENDA 2000", un documento molto importante che riguarda l'allargamento dell'Unione Europea e il futuro delle politiche comunitarie. I negoziati di adesione dei paesi candidati ad entrare nell'Unione sono iniziati nel '98. Tali negoziati riguardano la capacità dei paesi candidati di rispettare gli obblighi di uno stato membro dell'Unione e di applicare l'acquis alla data di adesione. Importanti passi in avanti sono stati fatti grazie al Consiglio Europeo di Berlino (1999) nel quale si è trovato un accordo su Agenda 2000 e il consiglio di Nizza nel quale è stato sottolineato che, con l'entrata in vigore del trattato, l'Unione sarà in grado di accogliere i paesi candidati che saranno pronti a partire dalla fine di quest'anno, consentendo loro di partecipare alle elezioni europee del 2004. Nessuna data è stata fissata per l'entrata della Turchia. Dopo i notevoli passi in avanti dall'accordo di Ankara del '63, passando per la relazione della Commissione Agenda 2000, dove la Commissione aveva riconosciuto lo status di paese candidato, c'è stato un rallentamento dovuto al fatto che la Turchia non rispecchia appieno i criteri di richiesti dall'accordo di Copenaghen. Ad esempio nel campo economico, benché gran parte dell'economia turca sia in grado di affrontare le forze di mercato e la pressione concorrenziale dovuta all'abbattimento delle barriere doganali dei Paesi della Unione Europea, l'introduzione di un'economia di mercato vitale non è ancora terminata. E' necessaria una ristrutturazione in alcuni settori come, ad esempio, le banche, l'agricoltura e le aziende pubbliche. E ci sono ancora riserve per quanto riguarda l'effettivo rispetto dei diritti umani.

 

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