Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Calcio
Abbandonati e orfani
Italia debole senza rappresentanti internazionali

Daniele Proietto

Il calcio italiano non è più quello di qualche anno fa, quello espresso dal Milan di Sacchi, quello delle vittorie della Juventus o, più recentemente, dell'Inter e della Lazio. La Nazionale dal canto suo non ha saputo fare molto di più. Il triste epilogo del mondiale nippo-coreano ha inasprito le polemiche e innalzato i toni dei talk-show che hanno fatto da cornice al più grande evento calcistico del mondo.
Le brutte prestazioni delle squadre italiane in ambito internazionale in questi ultimi anni hanno coinciso con la conferma del crescente potere dei club inglesi e spagnoli, protagonisti in Premier League e in Liga, oltre che nei principali tornei europei. A discolpa delle squadre italiane si potrebbe dire che il campionato nostrano è uno degli ultimi in tutta Europa a prendere il via. Nei primi turni delle competizioni europee inevitabilmente le squadre avversarie, con più partite nelle gambe, sono atleticamente più preparate.
C'è un problema però più in alto, nel cuore dei vertici del calcio. Che l'Italia calcistica fosse poco tutelata in ambito internazionale, lo si era visto già prima, ad esempio, con lo scandaloso arbitraggio di Liverpool-Roma, che costò ai giallorossi l'eliminazione dalla Champions League; oppure, per rimanere in ambito romanista, a seguito delle decisioni che squalificarono Totti e Batistuta per l'infuocato dopo-partita di Roma-Galatasaray, durante il quale, però, i giocatori della squadra capitolina non avevano fatto assolutamente nulla, al contrario dei turchi, giudicati tuttavia "innocenti". Quando negli ultimi mondiali ben orchestrate decisioni arbitrali - quelle di Moreno su tutte - hanno condannato la Nazionale Italiana ad una prematura eliminazione, la situazione è divenuta inaccettabile. Emblematica in questo senso è stata la scena in cui il Ct azzurro Trapattoni, spazientito per l'ennesimo sopruso arbitrale, calcia una bottiglietta d'acqua contro una protezione in plexiglas, dietro la quale un imbarazzato dirigente della FIFA assiste alla partita. Ci aspettavamo vibrate proteste ufficiali, ma i rappresentanti del calcio italiano, a partire dal Presidente della FIGC Carraro, non hanno mai pronunciato le pesanti accuse e le parole di fuoco promesse al ritorno in Italia. I nostri rappresentanti non ci rappresentano o, perlomeno, lo fanno male. Il calcio del nostro Paese ha perso credibilità per molti gravi motivi, ma anche per questa ragione, aggravata peraltro dal fatto che fino a qualche mese fa non c'era nemmeno un Presidente di Lega. Si aggiunga a tutto questo l'assenza di nostri rappresentanti nelle più importanti organizzazioni calcistiche europee e mondiali, ed ecco che i conti tornano. Nei comitati esecutivi e finanziari della UEFA e della FIFA non è rappresentata l'Italia, eppure ci sono Mali, Tailandia e Trinità de Tobago.
Fa parte del grande gioco del calcio avere un giusto ruolo negli organismi di controllo internazionali. Polemiche e beghe per la conquista dei vertici interni (FIGC e Lega) - non è ancora sopito il caso "Galliani" - non aiutano nella scalata agli organismi internazionali e ne va, ancora una volta, della nostra credibilità.

 

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