Pubblicato su Politica Domani Num 2 - Febbraio 2001

QUALE DIGNITA' PER L'EMBRIONE ?
Tra scienza e filosofia poche certezze

 

Tra i temi dell'etica medica, quello probabilmente più dibattuto è l'aborto. La questione centrale è stabilire da che momento la vita umana abbia inizio. Solitamente gli abortisti precisano che con persona si indica un individuo razionale. L'embrione non può essere considerato individuo fino a quando, attorno al quattordicesimo giorno, non è più in grado di dar origine a gemelli. Quanto alla razionalità essa potrebbe essere presente solo dopo alcune settimane, in corrispondenza della formazione della corteccia celebrale. Ciò basterebbe a concludere che nelle prime settimane di vita il feto non è persona. C'è da dire che, anche sorvolando sull'aggettivo razionale, il quale richiama il concetto di ragione per nulla univoco e facilmente definibile, è da notare che il termine individuo è quantomeno ambiguo. Se si desse per buona la definizione di 'ente indiviso in se stesso e diviso da ogni altro essere' dovremmo dedurne che l'uomo non è un individuo, e perciò neanche una persona, poiché ad esempio in esso sono presenti degli esseri (la flora batterica intestinale) senza i quali non riuscirebbe a digerire completamente alcuni cibi. L'uomo perciò non è completamente diviso da altri esseri. L'uomo per altro si divide periodicamente da parte delle sue unghie o dei suoi capelli; che dire poi di chi viene amputato di un arto? non è forse più un individuo? Decisamente la definizione di individuo razionale è imprecisa e vizia qualunque ragionamento che ponga su di essa le sue basi. Le teorie anti-abortiste, come quella che si basa sulla 'coordinazione, continuità e gradualità' dello sviluppo embrionale, dalla fusione dei gameti in poi, sono sufficientemente coerenti ma anch'esse non sono immuni da critiche e obbiezioni. Il mio parere è che non si possa, almeno allo stato attuale delle cose, affermare che l'embrione sia o meno persona senza ricorrere a degli assiomi che minano la validità del ragionamento.

In definitiva, come bisogna agire sul piano pratico? Nell'incertezza l'aborto è da vietare: il rischio di commettere un omicidio, per giunta ai danni della più indifesa delle creature, per quanto remoto, giustifica la subordinazione di ogni altro diritto.

Giorgio Innocenti

 

LIBRI CONSIGLIATI

Francesco D'Agostino, Il Diritto come problema teologico. Edizioni Recta Ratio, 1997
Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato. Edizioni Rizzoli, 1975

 

Homepage

 

   
Num 2 Febbraio 2001 | politicadomani.it