Pubblicato su Politica Domani Num 19 - Novembre 2002

USA
L'altra America
Numerosi e incisivi i movimenti per la pace

Roberto Palladino

C'è un'America che ritiene non sia giusto attaccare prima di essere attaccati, un'America che ha pianto per i morti di New York ma anche per quelli di Kabul, un'America che crede che essere "la più grande democrazia del mondo" non autorizza a voler comandare sul resto dell'umanità. Questa America, questi americani, si cercano, e si organizzano in associazioni come "New Yorkers Say No to War", un gruppo di cittadini della Grande Mela nato spontaneamente dopo l'11 settembre, che si riunisce e crea iniziative per sensibilizzare gli americani ad una osservazione più critica della politica interna e, soprattutto, internazionale degli Stati Uniti. In una nazione nella quale non esistono partiti politici, queste associazioni cercano di risvegliare la coscienza civile degli americani.
Dal loro sito internet i "NewYorkers contro la guerra" non solo lanciano continuamente iniziative, come la marcia per la pace a Washington e i comizi pubblici contro l'invasione israeliana in Palestina, e informano sui luoghi in cui avverranno performance di artisti no-global, ma invitano anche a controllare l'attività dei senatori del proprio collegio, segnalano le loro assenze in Senato e forniscono e-mail e numeri di telefono in modo che ogni cittadino possa chiamare e fare direttamente pressione sul proprio rappresentante in Parlamento.
Ai gruppi come i "NewYorkers contro la guerra", si uniscono poi i siti internet di controinformazione che monitorano i media tradizionali americani, accusati di essere fortemente influenzati dai poteri economici vicini all'amministrazione Bush. Le grandi tv e i giornali tendono a censurare il dissenso interno verso la guerra, per delegittimare i gruppi pacifisti i quali sono spesso definiti "fricchettoni e antiamericani". Ma anche se ignorati e forse persino temuti dai media tradizionali, i siti di controinformazione sono riusciti a crearsi una grande credibilità e sono molto seguiti negli States. Don Hazen direttore di alternet.org, uno dei più famosi siti di controinformazione americano, in un'intervista apparsa sul settimanale Vita, afferma che è stato anche grazie alle informazioni "alternative" date dal loro sito che milioni di americani hanno cambiato idea sull'intervento USA in Iraq, facendo abbassare i consensi nei confronti dell'intervento dal 70% al 50%. Da "Not in our Name" a "United for Peace", le organizzazioni di pacifisti americani guadagnano ogni giorno nuovi sostenitori, grazie anche alle moltissime iniziative in tutto il Paese. "Ho saputo dalle vecchie generazioni che non si vedeva una mobilitazione di questo livello dai tempi del Vietnam. Non sono sorpreso del fatto che la gente protesti, ma di quanto sono organizzati". Queste le parole, apparse sul Washington Post, di Amy Quinn, condirettore dell'Istituto per gli Studi Politici di Washington. Una presa d'atto importante del valore e della esistenza di oltre 250 iniziative contro la guerra previste solo tra la fine di Ottobre ed i primi di Novembre.
Da Washington a New York, passando per la storica università californiana di Berkeley (quella in cui nacque il 68), il movimento pacifista americano sembra aver spiccato di nuovo il volo, conscio delle proprie potenzialità e della necessità di fare qualcosa per fermare una guerra che appare sempre più come una questione privata fra il Presidente Bush e Saddam Hussein.

Il significato

CONTROINFORMAZIONE: è l'insieme dei mezzi di informazione che si contrappongono a quella fornita dai mezzi di comunicazione ufficiali e l'azione svolta da tali mezzi. (Zingarelli, 2002).

 

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Num 19 Novembre 2002 | politicadomani.it