Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002

Acqua
PROBLEMA SICCITÀ
… dal Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile

Sara Maone

"Viviamo in un pianeta inserito in una delicata ed intricata rete di relazioni ecologiche, sociali, economiche e culturali che regolano le nostre esistenze. Se vogliamo raggiungere uno sviluppo sostenibile, dovremmo dimostrare una maggiore responsabilità nei confronti degli ecosistemi dai quali dipende ogni forma di vita, considerandoci parte di una sola comunità, e nei confronti delle generazioni che seguiranno la nostra. Il Vertice di Johannesburg 2002 rappresenta un'opportunità per l'impegno di costruire un futuro più sensibile". Sono queste le parole con cui il Segretario Generale ONU, Kofi Annan ha aperto il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile tenutosi quest'anno in un Paese del Sud Africa, Johannesburg, dal 26 agosto al 4 settembre. Uno dei temi chiave del Vertice è stato l'acqua. In particolare si è affrontato il problema della siccità: inquinamento e sfruttamento eccessivo l'hanno aggravata al punto che nel mondo si combattono ormai vere guerre per l'acqua; addirittura c'è chi pensa che in futuro la ricchezza si misurerà in idrodollari.
Ogni anno nel mondo le aree desertiche aumentano di 12 milioni di ettari, un'area pari a più di cinque volte la superficie della Lombardia. Inoltre quel che più preoccupa è il fatto che la quantità d'acqua dolce accessibile all'uomo è meno dell'1%. Nell'ultima Conferenza Internazionale sull' Acqua (Bonn, 2001) sono stati presentati dati preoccupanti: 2,2 miliardi di persone hanno bisogno di adeguate infrastrutture per utilizzare le risorse idriche e migliorare le condizioni igienico-sanitarie.
L'acqua, quella risorsa abbondante che ci circonda, paradossalmente, comincia a scarseggiare. Più che la carenza di precipitazioni il problema è quello dell'eccessivo sfruttamento, soprattutto per l'agricoltura. Per sfamare i 6,25 miliardi di persone che oggi popolano il mondo, infatti, sono necessarie coltivazioni intensive che non sempre l'ecosistema riesce a sostenere. La quantità d'acqua usata per irrigare è enorme, il 70-80% del totale, mentre il resto è usato dalle industrie per usi civili (5-10%).
Poiché l'economia mondiale è sempre più un'economia di mercato, si pensa che l'acqua diventerà "l'oro blu del futuro", una risorsa più preziosa e razionata di quanto sia il petrolio oggi. Nei prossimi anni il mercato idrico raggiungerà un valore complessivo di centinaia di migliaia di euro. Alcuni acquedotti europei sono stati privatizzati e le società che li gestiscono cercano di espandersi in altri Paesi.
Alla luce di questi fatti l'importanza politica dell'acqua è inevitabilmente destinata ad accrescersi. Molti Paesi, infatti, devono condividere preziose risorse come fiumi e laghi, che spesso costituiscono anche i confini naturali tra più Stati. Negli ultimi anni sono stati firmati molti trattati per l'uso e la spartizione dell'acqua. Non sempre si è giunti ad un accordo e spesso si è dovuto ricorrere all'intervento militare. Per esempio in Medio Oriente uno dei principali motivi di contrasto è il dominio sulle poche risorse idriche disponibili. Con la guerra del 1967, infatti, Istraele ha conquistato le alture del Golan, dove si trovano il lago di Tiberiade e la sorgente del Giordano.
Le tensioni politiche sull'acqua sono destinate ad inasprirsi in futuro. Particolarmente grave sarà la situazione in Africa, visto che la disponibilità di acqua potabile è al di sotto dei 500 metri cubi a persona all'anno, quantità che l'OMS ha definito come soglia minima per la sopravvivenza. A questo punto non resta che chiedersi quale sarà il futuro dell'acqua, e, quindi, dell'intera umanità. E' certo che questa risorsa è destinata a diventare un bene prezioso perché la popolazione mondiale aumenterà, mentre le risorse diminuiranno. Secondo le previsioni dell'International Water Management Institute, nel 2025 due miliardi di persone vivranno in zone assolutamente prive di risorse idriche. La zona arida che oggi interessa il Medio Oriente e il Nord Africa si estenderà fino a includere l'Africa Meridionale, nonché l'India e la Cina. Inoltre aumenterà il caldo e si prevede che la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera raddoppierà nel prossimo secolo, la temperatura salirebbe così di 1,4-5,8 °C. Ciò comporterebbe una diminuzione delle risorse idriche dagli attuali 6,3 miliardi di metri cubi a 5,1 miliardi.
Per prevenire una tale catastrofe ambientale i Paesi presenti a Johannesburg, in attesa dell'Anno Internazionale dell'Acqua (2003), si sono impegnati a incrementare le risorse economiche necessarie a garantire l'accesso universale all'acqua potabile, a trasferire conoscenze e tecnologie, a promuovere un uso efficiente del bene primario, a ripristinare un equilibrio tra capacità dell'ecosistema e fabbisogno umano.
Infine molti fanno appello alle prossime generazioni: la creatività, gli ideali e il coraggio dei giovani di tutto il mondo devono essere mobilitati per forgiare una partnership globale, idonea a garantire uno sviluppo sostenibile e assicurare a ciascuno un futuro migliore.

 

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