Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002

Storia del cinema
La Mostra di Venezia
Nascita, apoteosi e declino di una mostra cinematografica

Giorgio Razzano

In origine, era il 1927, c'era un solo grande evento cinematografico annuale, l'Oscar (USA) nel quale veniva assegnata l'ambita statuetta. Dopo poco meno di cinque anni, nel 1932, durante la Biennale d'Arte di Venezia, si tenne la prima rassegna cinematografica, non ancora competitiva. La Mostra attirò molti giornalisti italiani e stranieri e riscosse un successo enorme. Fu l'occasione per vedere film inediti, in lingua originale; ci furono dibattiti pubblici e furono affrontati problemi di valutazione e critica cinematografica del tutto nuovi. Certo fu un'esposizione timida, ben lontana dall'affrontare un'esaustiva analisi della realtà del cinema; anche la partecipazione delle nazioni invitate, non abbastanza ampia e indicativa, ne segnò il limite. Per questa incertezza (nella prima edizione non furono neppure assegnati i premi) e per motivi organizzativi, la rassegna del 1933 non fu fatta. Dal 1934 si cominciò a fare sul serio. Per prima cosa furono invitati e incoraggiati a partecipare quanti più paesi possibile (nel 1932 le nazioni presenti furono nove, ma già nella successiva edizione furono diciassette, tra cui Austria, Danimarca, India, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, Giappone). Arrivarono al Lido attori, produttori, registi i quali parteciparono ad una "arcaica passerella" e furono presenti ai convegni internazionali della stampa cinematografica, con relative premiazioni, organizzati all'interno della Mostra. Fin dalle prime battute la mostra cinematografica di Venezia ha voluto stabilire una sua politica: dare cioè, attraverso la chiamata alla partecipazione e le premiazioni, chiare indicazioni di giudizio e linee precise di sviluppo in modo da evitare, come fu invece per gli Oscar americani, il problema della ricerca di un equilibrio fra arte e industria e fra arte e politica. Con i premi particolari poi la Mostra ha ricercato per sé (e ottenuto) una patente di serietà culturale e d'indipendenza critica, segno di una sfida aperta dell'arte all'industria.
Questa filosofia rese tale premio prestigiosissimo. Mentre in America il giovane Academy Oscar conosceva momenti difficili, la Mostra italiana s'imponeva al mondo intero come una garanzia, l'unica capace di prima discutere e poi assegnare i premi a chi davvero li meritasse, senza distinguere fra produzioni americane, europee, asiatiche o orientali. Gli stessi statunitensi guardavano con sommo interesse a quest'evento annuale e puntavano su di esso per ricevere - come avvenne più volte - gli ambiti premi, una garanzia, una specie di marchio di qualità, per i loro prodotti. Successivamente la Mostra fu soggetta a una fase di "imbarbarimento", dovuta a ingerenze politiche e pressioni di vario genere (periodo fascista). Le prime serie polemiche dovute a questa fase contribuiranno a far nascere in Francia, nel 1939, un terzo evento cinematografico, il Festival di Cannes, che però prenderà la via del successo solo dopo il 1946.
Il bilancio della Mostra cinematografica di Venezia è stato per molti versi positivo: la Mostra ha contribuito in modo fondamentale allo sviluppo del cinema. Per il Lido sono passati ben 681 film di lungo e medio metraggio, provenienti da tutti i paesi del mondo, alcuni dei quali per la prima volta nella storia del cinema valicarono i confini dello stato in cui furono prodotti, per essere ammirati da altri popoli. Grandiosa fu l'idea di concepire un tale evento in un tale contesto internazionale; mai nessuno prima di allora, neppure la democratica America, aveva avuto un'idea simile: tutto il mondo cinematografico riunito per confrontarsi, studiarsi ed essere valutato.
La contestazione del 1968, passata prima in maggio per Cannes, investirà a fine agosto il Lido, portando con sé idee di rivolta contro tutto e tutti, mettendo in discussione l'intera struttura della manifestazione, cancellando le commissioni di selezione e le giurie, abolendo i premi e tutto il contorno mondano, rifiutando in particolare le tradizioni e le esperienze del passato. Questo è il nodo, la ragione principale della decadenza della Mostra, che ancor oggi, inspiegabilmente, non è riuscita a liberarsi delle conseguenze di quegli anni di declino e di vani e quanto mai effimeri tentativi di rinascita. Agli organizzatori di quest'evento spetta ora il compito di ripercorrere la storia e di restituire alla Mostra quel valore di grande evento cinematografico, simboleggiato dal Leone d'oro. Un Leone che in passato, senza ruggire, ha segnato la strada della storia del cinema con autentiche pietre miliari.

 

I direttori della Mostra dal 1934

Ottavio Croze, 1934 - 1942; 1954; 1955;
Elio Zorzi, 1946 - 1948;
Antonio Petrucci, 1949 - 1953;
Floris Luigi Ammannati, 1956 - 1959;
Emilio Loreto, 1960;
Domenico Meccoli, 1961 - 1962;
Luigi Chiarini, 1963 - 1968;
Ernesto G. Laura, 1969 - 1970;
Giacomo Gambetti, 1974 - 1976;
Carlo Lizzani, 1979 - 1982;
Gian Luigi Rondi, 1983 - 1986;
Guglielmo Biraghi, 1987 - 1991;
Gillo Pontecorvo, 1992 - 1996;
Felice Laudadio, 1997 - 1998;
Alberto Barbera, 1999 - 2001;
Moritz De Hadeln, 2002

 

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