Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002

Penisola iberica
EUSKADI SENZA PACE
Radici e genesi dell'indipendentismo basco

di Giorgio Innocenti

Sconfitto dai mori, Carlo Magno attraversava i Pirenei per far ritorno in patria. Al valico di Roncisvalle la retroguardia del suo esercito fu attaccata e massacrata in una battaglia resa poi celebre dalla Chanson de Roland. Ma non furono i mussulmani di Marsilio ad umiliare i paladini del Re bensì i Baschi, cristiani, guidati da Bernardo del Carpio. Era il 778 ed il popolo basco già abitava Euskadi - regione a cavallo dei Pirenei - da oltre quattromila anni. Questo è l'episodio più celebre legato alla storia d'Euskal Herria (paese basco) ma non è certo stata l'unica occasione in cui i baschi hanno manifestato con le armi l'insofferenza per i dominatori stranieri, Romani, Visigoti, Arabi o Francesi che fossero. Così Euskadi ha conservato nei millenni una cultura autonoma ed in particolare la lingua Euskara - la più antica d'Europa -, tutt'oggi parlata.
Malgrado ciò, solo sul finire del XIX secolo la questione basca prese forma di rivendicazione politica. L'ultimo trentennio del secolo vide sorgere nelle provincie basche quelle industrie siderurgiche che hanno rappresentato per tutto il novecento (e in parte rappresentano ancora) un fattore primario dell'economia spagnola. Lo sviluppo industriale da un lato permise, grazie alla ricchezza prodotta, di pensare ad un paese basco economicamente indipendente dall'altro consentì la nascita di un proletariato di fabbrica e, di conseguenza, l'intrecciarsi della lotta di classe con la questione nazionalista. Da questo humus nel 1895 nacque il PNV (Partito Nazionalista Basco).
Ben presto l'ala sinistra del PNV entrò in conflitto con quella moderata. Euskadi era divenuta meta d'immigrati spagnoli in cerca d'occupazione nell'industria. Per la componente marxista i diritti dei lavoratori d'ogni nazionalità e l'autonomia del paese basco erano scopi complementari ed inscindibili. Questa posizione naturalmente non era condivisa da quanti nel PNV erano legati agli interessi della borghesia. Così nel 1931 dalla sinistra del partito si staccò una costola che fondò l'ANV (Azione Nazionalista Basca). Da allora il PNV intraprese la strada del dialogo con lo stato, tentando di guadagnare per Euskadi una certa autonomia. L'ANV al contrario andò radicalizzando la propria posizione, optando per l'indipendenza e per una prospettiva collettivista. Nel febbraio del 1936 il fronte popolare vinse le elezioni, le truppe stanziate in Marocco si rivoltarono ed, alla guida di Francisco Franco, iniziarono la riconquista del paese. La guerra civile -che vide i nazisti tedeschi ed i fascisti italiani al fianco dei franchisti e le brigate internazionali (formate da volontari) al fianco dei repubblicani - portò nel volgere di tre anni alla definitiva vittoria di Franco. Nell'ottobre del '36 il popolo basco costituì un governo autonomo. PNV e ANV cominciarono una campagna repubblicana, contro la dittatura. Franco rispose con una sanguinosa repressione il cui culmine si ebbe con il bombardamento di Guernica. Gli anni del regime franchista (1939-1975) videro l'utilizzo dell'Euskara vietato ed il sentimento nazionale basco condannato. Nel 1952 si tenne il "Primo Congresso Basco" durante il quale Frederico Krutwig enunciò i principi di un nuovo nazionalismo antimperialista che si sarebbe avvalso della lotta armata. La concretizzazione di quella linea si ebbe solo nel 1958 con la nascita di ETA, Euskadi Ta Askatasuna (Patria Basca e Libertà). L'ETA fu parte integrante della resistenza antifascista con azioni che contribuirono alla caduta del regime (sino all'attentato nel quale fu ucciso Carrero Blanco, braccio destro di Franco destinato a succedergli alla guida del paese).
Nel 1978 la Spagna si dotò di una nuova costituzione che fu però respinta in un referendum dalla maggioranza dei baschi. Essa, infatti, pur garantendo ampia autonomia alle diverse nazionalità che costituiscono lo stato, non garantiva loro il diritto all'autodeterminazione e all'unità territoriale. Sempre nel 1978 vide la luce, dalla fusione dei partiti ANV ed HASI, Herri Batasuna.
Da allora ETA ha compiuto attentati sempre più efferati, la cui logica appare sfuggente. Lo stato (a prescindere dal colore dei partiti di governo) ha attuato una dura repressione - anche con violazioni dei diritti umani -, ignorando le possibilità di dialogo e talvolta arrivando al terrorismo di stato (la cosiddetta "Guerra sporca"). Si tratta di una pagina di storia difficile da leggere poiché scritta di fresco. Una pagina che in troppi non sanno o non vogliono voltare.

 

Homepage

 

   
Num 17/18 Sett/Ott 2002 | politicadomani.it