Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002

Lazio - Chievo
CALCIO D'ALTRI TEMPI
Il grande calcio delle "piccole"

Daniele Proietto

Domenica 15 agosto allo stadio Olimpico di Roma si è assistito ad uno degli incontri più gradevoli della seconda giornata di calcio della serie A. Di fronte c'erano la Lazio, squadra fra le protagoniste nel panorama nazionale ed europeo (attualmente ridimensionata dalle improvvise quanto annunciate cessioni dell'ultimo minuto) e il Chievo Verona, la rivelazione dello scorso campionato, la "cenerentola del calcio italiano", entrata nei cuori di tutti, appassionati e non di questo sport. Le attese della vigilia non sono state tradite: le due squadre si sono affrontate a viso aperto, senza troppo badare al tatticismo, donando al gioco un dinamismo eccezionale e costringendo i tifosi a seguire senza fiato continui capovolgimenti di fronte.
Il Chievo, nonostante alcune cessioni, è riuscito a mantenere integra la sua mentalità e soprattutto il suo gioco: divertente, rapido, semplice e allo stesso tempo spettacolare, fatto di scambi ad alta velocità, giocate concrete ed efficaci. Grande merito di ciò è dell'allenatore Del Neri che è riuscito a trasmettere ai giocatori quel tocco di umiltà (mai sfociato in timore reverenziale) che non guasta mai, ma soprattutto ha trasmesso la cultura del lavoro, l'arma vincente della passata stagione.
La Lazio versione 2002-2003 vista all'Olimpico, per certi versi è sembrata molto simile al Chievo, sia a causa della cessione dei suoi più grandi campioni (quella a disposizione di Mancini attualmente è una buona squadra, ma nulla di più, come quella di Del Neri), sia per la strada indicata dall'allenatore e intrapresa dai giocatori, fatta di duro lavoro fisico e di sacrificio. In mancanza dei "grandi campioni" era inevitabile che Mancini optasse per la freschezza atletica e l'aggressività. L'atteggiamento in campo delle due squadre ha portato ad una partita piacevole e combattuta fino all'ultimo minuto, vinta nel finale dal Chievo per 3 a 2. La Lazio ha dovuto soccombere nonostante gli sforzi, forse anche per la troppa voglia di fare bene davanti ai suoi tifosi. Tifosi che hanno sempre sostenuto la squadra anche al termine della partita, nonostante la sconfitta. Applausi alla fine anche per il Chievo, del quale i tifosi capitolini hanno apprezzato lo spirito con cui ha affrontato la partita: giocare in trasferta e cercare comunque di imporre il proprio gioco senza tentare di coprirsi per poi giocare in contropiede non è da tutti.
Un grande spettacolo dunque, nonostante l'assenza di strapagati campioni o di grandi nomi; una partita vera, bella, grintosa, come non se ne vedevano da tempo.

 

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