Pubblicato su Politica Domani Num 15/16 - Giu/Lug 2002

Islam: nemici o amici? II parte
DALLA PAROLA ALLA VITA QUOTIDIANA
Mini guida alla scoperta della religione più chiacchierata del mondo

Marilena De Santis Bruno

Continuando con il viaggio nel cuore della religione islamica, non si può non parlare dell'insieme di norme che regolano la vita dei fedeli: precetti che vengono vissuti dal fedele con gioia e slancio in quanto segno del proprio rapporto con Allah.
Il Corano (Qur'an) costituisce il testo sacro dei musulmani (cfr. articolo nel numero precedente): è suddiviso in 114 sure che, a partire dalla seconda, si susseguono in ordine di lunghezza decrescente. A seconda del loro argomento, sono state suddivise in categorie: leggi e precetti, storie e racconti, esortazioni e preghiere.
Gli hadith sono raccolte di narrazioni relative a detti e fatti di Muhammad. Esistono anche alcuni hadith detti santi perché riportano non parole del Profeta ma di Allah stesso: essi costituiscono l'unico caso di rivelazione extra-coranica nell'Islam.
La Sunna è la consuetudine che, dagli hadith, trae precedenti sui quali fondare la legittimità della condotta dei musulmani nelle più varie situazioni, tanto da essere considerata regola per il culto e il diritto. La legge islamica (shari'a) è sviluppata dal Corano e dalla Sunna e si divide in due sezioni: la prima ha per oggetto l'attività della mente e del cuore del credente e tratta degli atti esterni verso Allah, la seconda ha per oggetto i rapporti giuridici con gli altri uomini.
Come appena detto, la prima articolazione della legge è quella degli atti di culto: si tratta delle azioni rituali che i credenti, singolarmente o collettivamente, sono tenuti ad adempiere nel loro rapporto con Allah. In base ad un hadith, questi precetti sono cinque e vengono chiamati i pilastri (arkan).

1. La professione di fede (shahada). Consiste in una breve formula nella quale sono espresse le verità fondamentali dell'Islam: "Non vi è altro dio all'infuori di Allah e Muhammad è il suo inviato".
La pronuncia della shahada in presenza di due testimoni è l'unico atto che sancisce in modo pienamente valido ed effettivo una conversione all'Islam.

2. La preghiera (salat). Definita negli aspetti tecnici dalla Sunna, la preghiera d'obbligo va eseguita cinque volte al giorno, rivolti verso Mecca, singolarmente o collettivamente. La preghiera collettiva è condotta da una guida, imam, che per primo esegue movimenti e recitazioni. Nei paesi musulmani l'orario di inizio di ogni preghiera viene scandito dall'appello lanciato dall'alto minareto dal mu'adhdhin, il muezzin.

3. L'elemosina rituale (zakat). Si tratta di una tassa che va pagata su tutti quei beni che l'uomo acquisisce con le proprie attività e che rappresentano il superfluo dei suoi guadagni: il valore spirituale di questa norma è nel porre un freno alla cupidigia e all'avarizia degli uomini ispirate da Satana. Gli introiti della zakat vengono ridistribuiti tra i poveri, i miseri, i viandanti, coloro "di cui si deve riconciliare il cuore" (neo-convertiti o persone vicine ad abbracciare l'Islam che possono essere rafforzate nella loro convinzione da una somma di denaro. Ultimamente si propone di utilizzare questa voce dei proventi verso i mezzi di informazioni, utili strumenti per rafforzare l'immagine dell'Islam), per riscattare gli schiavi e i debitori e per la causa di Allah (soprattutto spese militari del jihad).

4. Il digiuno (sawn). Il termine arabo rimanda al concetto di astensione, inteso come rinuncia al cibo, alle bevande e agli atti sessuali. L'astensione va intesa in senso rigido: è vietato anche fumare, inspirare profumi, toccare alimenti, inghiottire una eccessiva quantità di saliva, avere atteggiamenti litigiosi, dire bugie, parole vane, abbandonarsi a distrazioni o a passioni. Il digiuno obbligatorio per ogni credente è quello da effettuarsi durante l'intero mese di Ramadan dall'alba al tramonto, mentre la legge stabilisce che vi sono nel corso dell'anno numerosi periodi nei quali digiunare è raccomandabile, sconsigliabile o addirittura proibito. La legge esenta dall'obbligo i malati, i viaggiatori, gli anziani, le donne durante il ciclo mestruale, nel corso di gestazione e di allattamento: i bambini sono esentati dal rispettare il precetto, ma è usanza diffusa che le madri li abituino gradualmente trattenendoli dal mangiare e dal bere per qualche ora.

5. Il pellegrinaggio (hagg). Con grande trasporto i fedeli si recano in pellegrinaggio ai monumenti sacri di Mecca, rito richiesto almeno una volta nella vita a tutti coloro fisicamente abili a sostenere il viaggio e che possano permetterselo. A differenza dalle altre regole, questo non è assolutamente tassativo.

 

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