Pubblicato su Politica Domani Num 15/16 - Giu/Lug 2002

8-10 maggio 2002
LA PAROLA AI BAMBINI
New York, Sessione Speciale ONU per l'infanzia

Maria Cristina Spanu/Marta Fiacconi

Il 30% dei bambini nel mondo sotto i cinque anni soffre di malnutrizione. Un bambino su quattro cresce in una famiglia che vive al di sotto della soglia di povertà. Ogni minuto, cinque giovani tra i 15 e i 24 anni sono infettati dal virus dell'HIV (circa 7000 al giorno). Solo nell'ultimo anno il numero dei bambini soldato che combattono le guerre dei grandi è salito di 300.000 unità.

Questi e moltissimi altri i problemi che hanno reso necessaria la convocazione della Sessione Speciale sull'infanzia dell'Assemblea Generale dell'ONU, svoltasi a New York dall'8 al 10 maggio 2002, a 12 anni dal Summit mondiale per l'infanzia del 1990.
Molto da quella data si è già fatto, ma ancora moltissima strada rimane da fare. Un po' un bilancio quello dell'8 maggio, dove tutti i Paesi partecipanti hanno dovuto fornire dati, numeri, spiegazioni sul lavoro svolto per migliorare le condizioni dell'infanzia. Promesse mantenute e non hanno fornito il materiale di base per potersi orientare riguardo alle nuove esigenze e gli obiettivi futuri.
Prima regola: cambiare il mondo con i bambini. E proprio a loro, ai piccoli di tutto il mondo, che spesso si vuol far diventare grandi troppo presto, è stato chiesto aiuto. Sono giunti in circa 400, divisi per delegazioni, da tutti i Paesi partecipanti, e hanno potuto dire la loro, ascoltati e rispettati alla pari di tutti i ministri e delle alte autorità presenti.
I governi dei vari Paesi hanno raggiunto un accordo su 21 obiettivi concreti e con precise scadenze temporali. Carol Bellamy, Direttore Esecutivo dell' UNICEF Italia, ha dichiarato di essere estremamente soddisfatta dei risultati ottenuti durante la settimana dei lavori dell'Assemblea, e ha sottolineato l'importanza e l'enorme impatto che ha avuto la partecipazione dei bambini e dei ragazzi. "In fondo - ha detto - nessuno vuole il male dei propri bambini. Quando si tratta della loro salute e del loro benessere vi sono davvero poche divergenze tra le nazioni".

Dati: www.unicef.it

 

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