Pubblicato su Politica Domani Num 15/16 - Giu/Lug 2002

Clonazione
Dolly e compagni? Orribili mostri
I difetti genetici dei cloni

Sara Maone

Pecore e mucche giganti, topi con placente abnormi, maiali malati di cuore: tutti gli animali clonati manifestano difetti genetici o fisici. Lo dice lo scienziato britannico Ian Wilmut, uno dei creatori della pecora Dolly, il primo mammifero ad essere stato clonato da una cellula adulta. Wilmut ha fatto una ricerca su tutte le creature clonate dopo Dolly in giro per il mondo, ed ha scoperto un quadro inquietante che dovrebbe essere un avvertimento per chiunque sia tentato di clonare l'uomo. I problemi che presentano i cloni sono così generalizzati che c'è da chiedersi se ne esista uno interamente normale.
"Nessuno dovrebbe neppure provare a clonare un bambino", ha detto Wilmut al Sunday Times, qualche mese dopo lo studio pubblicato in gennaio su Nature Biotechnology, che per la prima volta ha passato in rassegna i dati sulla salute degli animali clonati tra vitelli, capre, maiali e topi. Dei cloni esaminati, il 77% risultava sano alla nascita; nel 23% dei casi, quindi, i cloni sono nati portatori di difetti e malformazioni. La sorpresa viene però dai controlli sulla salute dei cloni fatti qualche mese dopo la nascita. Vitelli perfettamente sani alla nascita sono diventati diabetici nell'arco di otto mesi; altri, che già alla nascita mostravano qualche problema, dopo un periodo variabile tra uno e quattro anni hanno cominciato a soffrire di problemi a polmoni, cuore, fegato e linfonodi, e hanno inoltre contratto infezioni virali e batteriche, polmonite, anemia e osteoporosi.
La pecora Dolly, nata cinque anni fa nel centro di ricerche Roslin in Scozia, oltre che di artrite, soffre di un difetto cromosomico che la espone all'invecchiamento precoce. Nel suo catalogo degli errori, Wilmut ha registrato pecore e mucche afflitte da gigantismo, problemi polmonari e disfunzioni del sistema immunitario; topi con placente quattro volte più grandi del normale ed altri, che pur mangiando una quantità normale di cibo, ingrassano a dismisura; maiali con difetti cardiaci e polmonari. Un vitello clonato in Francia è morto a 51 giorni perché non riusciva a produrre globuli bianchi. Un agnello nato al Roslin è stato abbattuto a 12 giorni perché i muscoli intorno ai polmoni erano così spessi che non gli consentivano di respirare. "Ci sono abbondanti prove che la clonazione può andare e va male e non c'è motivo di credere che gli stessi problemi non si presentino clonando l'uomo", ha affermato Wilmut. Anche certe forme di riproduzione "assistita" per l'uomo sono pericolose. E' scientificamente provato, infatti, che i bambini concepiti in provetta hanno una probabilità due volte superire alla media di nascere sotto peso o con difetti. E' questa la conclusione di due studi pubblicati nell'ultimo numero della rivista medica New England Journal of Medicine. Già altri studi avevano indicato un rischio di difetti alla nascita per i bambini concepiti in provetta. Ma la questione non era mai stata risolta perché la fecondazione in vitro spesso dà origine a parti plurigemellari, di per sé più pericolosi. Escludendo i parti plurimi, i nuovi studi dimostrano che il rischio di mettere alla luce un bimbo pericolosamente sotto peso o con difetti alla nascita è più alto per i bambini concepiti con le nuove tecniche, compresa la fecondazione degli ovuli in provetta o l'iniezione dello sperma direttamente nell'ovulo.
La clonazione umana desta opposizioni e proteste molteplici. In USA essa è punita con pene che vanno da un milione di dollari a dieci anni di prigione. Le vicende della fecondazione artificiale mostrano però che, con il tempo, si finisce sempre per accettare ciò che in un primo momento era stato severamente condannato. Sarà così anche per la clonazione umana?
Intanto Severino Antinori ha prodotto a Dubai la prima donna incinta di un clone umano!

 

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