Pubblicato su Politica Domani Num 15/16 - Giu/Lug 2002

Minorenni clandestini
BAMBINI STRANIERI IN ITALIA
Cosa prevede l'attuale legge sull'immigrazione

Maria Cristina Spanu e Marta Fiacconi

Migliaia di disperati, provenienti da Paesi poveri, o in cui sono in corso dei conflitti, raggiungono i Paesi industrializzati dell'Europa, spesso con mezzi di fortuna, sperando di poter migliorare la propria infelice condizione. Molti sono bambini, i quali spesso non sono accompagnati da genitori o parenti. L'attuale legge italiana prevede per questi ultimi le seguenti modalità: dapprima viene fatta una segnalazione, attraverso la prefettura, al comitato per i minori stranieri. In seguito, si fa un'indagine nel paese di provenienza, per verificare la presenza di familiari o autorità disponibili a prendersi cura del minore: se qui sono stati individuati adulti disponibili al suo affidamento, il ragazzo viene rimpatriato, in caso contrario, gli viene rilasciato un permesso di soggiorno per minore età. Quindi, il giudice tutelare nomina un tutore provvisorio: in questo modo il provvedimento di rimpatrio viene temporaneamente sospeso.
Attualmente, i minori stranieri presenti in Italia sono circa 230mila, contando anche quelli che, meno fortunati degli altri, sono spesso vittime di bande criminali (immigrate o nostrane) che li sfruttano, impiegandoli, per esempio, nella prostituzione, nei piccoli furti o a vendere presso i semafori. I bambini più fortunati vengono sistemati nei vari centri di accoglienza per minori presenti quasi in tutta Italia che, oltre ad ospitarli e a nutrirli, il più delle volte si occupano anche della loro educazione, iscrivendoli a corsi di formazione professionali. E' proprio grazie a questi corsi che molti di loro trovano anche un regolare posto di lavoro. Una volta, però, compiuto il 18° anno di età, secondo ciò che prevede una circolare ministeriale del 2000, il ragazzo deve essere rimpatriato nel suo Paese d'origine, anche se ha un lavoro o sta studiando. Così, dopo un percorso di educazione e formazione mirato a integrare i ragazzi nel tessuto sociale italiano, i giovani si trovano improvvisamente nella condizione di stranieri respinti.
Angela Lano, giornalista, si chiede: "Chi accoglierà i ragazzi che, pur ricevendo un decreto di rimpatrio si rifiutano di lasciare l'Italia? In che modo i servizi sociali, gli enti pubblici e le associazioni di volontariato potranno evitare che per tutti questi giovani senza futuro si aprano le strade della devianza e che diventino nuovamente facile preda di bande criminali, immigrate e nostrane?" (www.nigrizia.it). Facciamo nostre queste domande.

 

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