Pubblicato su Politica Domani Num 14 - Maggio 2002

Mini guida alla scoperta della religione più chiacchierata del mondo
ISLAM: NEMICI O AMICI?
Prima parte: la loro storia

Marilena De Santis Bruno

C'è chi, come il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, pensa sia "la più bella tra tutte le religioni del mondo"; c'è chi, come don Baget Bozzo, rilegge la storia come una "loro aggressione costante nei confronti della cristianità"; e c'è chi, la maggioranza, non ha le conoscenze necessarie per poter formulare un proprio pensiero sull'argomento caldo degli ultimi tempi, argomento facilmente riassumibile in una domanda: "Isläm: nemici o amici?".

Un approccio meno superficiale all'Isläm porterebbe certamente all'eliminazione di molti dei pregiudizi che animano il dibattito sul tema, per questo occorre almeno tentare di gettare le basi per una conoscenza più approfondita di questa religione/cultura.
Tutto ha inizio verso il 570 d.C. in una cittadina della penisola arabica centro-occidentale, Mecca: qui nasce Muhammad, colui che diventerà il Profeta dell'Isläm. Totalmente orfano a sei anni, venne affidato al nonno e quindi a uno zio. A venticinque anni raggiunse la sicurezza economica sposando una ricca vedova. Verso i quarant'anni cominciò a ricevere rivelazioni dall'angelo Gibra'il (l'arcangelo Gabriele cristiano), rivelazioni che annunciò pubblicamente nelle strade di Mecca. Temendo le ripercussioni economiche di tale predicazione monoteistica contro le divinità onorate dai pellegrini del santuario centrale di Mecca, la Ka'ba, i potenti della città lo perseguitarono boicottando economicamente il suo clan. Questo ostruzionismo creò un'opposizione all'interno dello stesso clan e, alla morte di suo zio (620 d.C. circa), il Profeta perse la protezione della sua famiglia e dovette cercare rifugio altrove. Raggiunse un accordo con le autorità di Yatrib, un insediamento agricolo a circa 445 km a nord di Mecca e, nel 622, con i suoi seguaci compì la higra (ègira, migrazione) nella nuova sede che venne chiamata Medina, la città del Profeta. Qui, nel breve periodo di dieci anni, da leader religioso di un piccolo gruppo di emigranti divenne il capo spirituale e politico di tutta l'Arabia centrale e occidentale. Una svolta decisiva alla diffusione dell'Isläm venne dalla vittoria militare riportata a Badr nel 624 su un numeroso esercito di meccani, seguita poi da una vittoria diplomatica nel 628 e da una pacifica resa di Mecca a Muhammad nel 630.
Dopo la morte del Profeta, la guida spirituale e politica dei musulmani fu assunta da una linea di successione di califfi, ovvero di rappresentanti, i quali governarono l'isläm imitandolo in tutto tranne che per l sua forza profetica. Sotto la guida dei primi due califfi, 'Umar e 'Utman (630-656), gli arabi assunsero il controllo dell'Egitto, della Palestina, della Siria, della Mesopotamia, del cuore dell'antico Iran fino a raggiungere, verso occidente, Tripoli e, verso oriente, gli odierni Pakistan e Afghanistan. La massima espansione in Europa ebbe termine con la sconfitta del 732 ad opera di Carlo Martello: gli arabi furono costretti a ritirarsi dalla Francia ma rimasero in Spagna ancora per sette secoli e mezzo (fino alla caduta di Granada nel 1492, culmine della cosiddetta riconquista cristiana). In oriente, l'impero si espanse verso nord fino al lago Aral, ebbe come capitale Baghdad e assunse il controllo dell'India settentrionale e dell'area intorno il golfo del Bengala. I turchi ottomani, i cui capi erano chiamati sultani, invasero nel XVI secolo l'Europa orientale, passando attraverso l'Anatolia e conquistando la maggior parte dei Balcani; nei successivi due secoli, il loro impero si estese fino ad includere tutto il mar Nero e si espanse fin quasi a Vienna e a Kiev, riuscendo a controllare Egitto, il nord Africa e la Mezzaluna fertile. Durante il XIX secolo, gli Ottomani persero la maggior parte dei domini in Europa e in Africa mentre, a oriente, i musulmani Moghul (Mongoli) persero l'India: l'ultimo imperatore Moghul fu deposto dai britannici nel 1858. Così, gli Arabi furono cacciati dall'Europa occidentale, i turchi da quasi tutta l'Europa orientale e i Moghul dall'India.
Un excursus storico - anche breve come quello appena fatto - sull'espansione e la decadenza dell'impero musulmano, permette di capire le ragioni del fascino di un impero che, sorto dalle esperienze spirituali di un carovaniere arabo analfabeta, ha messo in forte crisi l'occidente cristiano che tuttora fatica a confrontarsi con una civiltà che con esso ha tanti aspetti in comune pur rimanendo comunque così profondamente diversa.

 

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Num 14 Maggio 2002 | politicadomani.it