Pubblicato su Politica Domani Num 13 - Aprile 2002

Crimini ambientali
RAPPORTO ECOMAFIE 2001
Dati da un'inchiesta importante

Raffaello A. Doro

Nel marzo del 2001 Legambiente ha presentato l'annuale "Rapporto Ecomafie". Ne emerge un quadro desolante e al tempo stesso preoccupante. Dal 1996 al 2000 sono stati censiti ben 143.553 reati ambientali, 76.406 denunce e 22.361 sequestri. Il 44,2% dei reati è concentrato al Sud. La regione con il maggior numero d'illeciti è la Campania, con 24.637 reati, pari al 17,2% del totale nazionale, seguita da Calabria, Lazio, Sicilia e Puglia. Per quanto riguarda l'abusivismo edilizio, sono state costruite illegalmente 163.391 case, per una superficie complessiva di circa 23 milioni di metri quadrati (l'equivalente di circa 2.300 campi di calcio) e un valore immobiliare di oltre 20 mila miliardi di vecchie lire. Il 59,6% degli immobili abusivi si trova nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania in testa (32.351 abitazioni fuorilegge, pari al 19,8% del totale), seguita da Sicilia, Puglia e Calabria.
I ricavi di questi traffici sono considerevoli: il business potenziale delle ecomafie, negli ultimi cinque anni, tra mercato illegale e investimenti a rischio (appalti e gestione dei rifiuti in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) è valutato in oltre 120 mila miliardi di vecchie lire (Legambiente). Il dato più inquietante è l'aumento dei gruppi implicati negli affari delle ecomafie. Le famiglie della criminalità organizzata impegnate in attività quali il ciclo dei rifiuti, quello del cemento e il racket degli animali, sono quasi triplicati in cinque anni, passando da 53, censite da Legambiente nel 1996, a 143. E se nel 2000 il numero di fenomeni d'illecito ambientale era rimasto sostanzialmente invariato rispetto all'anno precedente, questi reati risultano però sempre più concentrati nelle regioni dove più forte è la presenza della criminalità organizzata. Inoltre, i rifiuti di cui è nota la produzione e la destinazione (attività di smaltimento) sono pari a 46.804.134 tonnellate; i rifiuti di cui si conosce la produzione ma non la destinazione finale - che alimentano quindi traffici e smaltimenti illeciti nazionali e internazionali - sono pari a 14.073.662 tonnellate (dati del 1997). I rifiuti completamente in nero dei quali, secondo le stime della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, non risulta neppure la produzione - che alimentano sia fenomeni di autosmaltimento incontrollato sia traffici e smaltimenti illeciti - sono pari a circa 20 milioni di tonnellate. Il quadro è preoccupante e soltanto con un effettivo controllo degli organi preposti ed una regolamentazione rigorosa ed efficace sarà possibile contrastare un fenomeno che favorisce le mafie di tutto il mondo, mentre lo stato del nostro ambiente e la condizione della nostra salute peggiorano.

 

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Num 13 Aprile 2002 | politicadomani.it