Pubblicato su Politica Domani Num 13 - Aprile 2002

Stati Uniti
IL PETROLIO DIETRO L'AMBIENTE
Le nuove politiche ambientali

Marianna Bartolazzi

Lo scorso 14 febbraio, dopo il no al protocollo di Kyoto, il presidente Bush ha presentato alla nazione la nuova strategia in difesa dell'ambiente. Tale "Bush plan" include una riduzione dell'intensità delle emissioni del 18%, "comparabile - dice - agli obiettivi che i paesi firmatari del protocollo di Kyoto sperano di ottenere". Riguardo l'intensità di emissione, tuttavia, il piano Bush permetterà un aumento di emissione di gas nocivi negli Usa del 38% sopra i livelli del 1990, e del 45% sopra i target iniziali del protocollo di Kyoto. Infatti negli USA, nella prima metà degli anni novanta, l'intensità di emissione diminuì del 16.5%, mentre nella seconda metà diminuì del 25.3%. La diminuzione dell'intensità di emissioni prevista dal piano Bush, pari al 18%, non è certo un passo in avanti verso una migliore difesa dell'ambiente. Greenpeace afferma che un obiettivo del genere potrebbe avere esiti positivi solo se fosse previsto per un paese in piena recessione. Un bel paradosso!È quindi chiaro come il piano di Bush per la difesa dell'ambiente non sia affatto "comparabile" agli obiettivi del trattato di Kyoto, ma che marci piuttosto in senso inverso al percorso che le nazioni europee firmatarie del protocollo intendono perseguire. La scelta di Bush va piuttosto interpretata come una manovra politica, le cui ragioni profonde sono ben diverse dalle motivazioni date in pasto all'opinione pubblica. Le scelte ambientali degli Usa sono collegate a importanti manovre economiche; il potere di controllo è gestito da chi detiene la maggiore quantità di oro nero, il petrolio, la ricchezza più importante. Bush junior vanta un passato da oil-man (le sue prime attività sono state aziende di esplorazione ed estrazione). Il più grande contributo economico e politico alla sua campagna elettorale per le presidenziali è venuto dagli uomini del petrolio, suoi colleghi e sostenitori. Non stupisce, pertanto, che una buona parte della politica del presidente si basi sul consenso di questi sovrani delle torri di estrazione.

 

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Num 13 Aprile 2002 | politicadomani.it