Pubblicato su Politica Domani Num 13 - Aprile 2002

Tutela dei lavoratori
LAVORARE IN EUROPA PUÒ FAR MALE
Breve analisi comparata sulla sicurezza nei luoghi di lavoro

Alessandro De Angelis

Ritmi di lavoro stressanti, aumento delle ore lavorate e degli straordinari, sottovalutazione delle regole di sicurezza, gare d'appalto al ribasso, ricorso sempre più ampio ai subappalti, economia sommersa e illegale diffusa, e spesso un'inadeguata consapevolezza culturale delle imprese. I maggiori studi e ricerche, svolti negli ultimi anni a livello nazionale ed europeo, considerano queste le cause principali della strage di lavoratori che si registra ogni anno nell'Unione (certo, con notevoli differenze tra i vari Paesi) e della non rosea situazione generale sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. La produzione normativa europea in materia è ampia e ratificata dalle legislazioni nazionali. L'innovazione tecnologica e la cosiddetta terziarizzazione determinano una notevole diminuzione dei rischi, eppure la situazione resta grave e, se da un lato permangono gli infortuni legati alle modalità tradizionali di lavoro, dall'altro aumentano i problemi di salute dei lavoratori derivanti dalle nuove forme di lavoro e dalle nuove esigenze di mercato. Sono le costruzioni, l'agricoltura e i trasporti i settori professionali più pericolosi in Europa, dove si registra cioè la maggior parte degli infortuni durante lo svolgimento dell'attività lavorativa. Pur essendo ancora piuttosto complessa la comparazione dei dati raccolti nei diversi stati membri, anche per le differenze tra i paesi dove i dati sugli infortuni sono elaborati dagli istituti assicuratori e quelli invece dove le notifiche non sono collegate al meccanismo assicurativo (Paesi dell'area anglosassone), i risultati generali delle elaborazioni svolte dall'istituto statistico europeo Eurostat sono piuttosto chiari: 4.757.611 incidenti sul lavoro nel 1996; la maggior parte degli incidenti è avvenuta in aziende medio piccole e il tasso d'infortuni è più elevato nella fascia di lavoratori compresa tra i 18 ei 24 anni. A livello europeo, l'indice dell'Unione per 100 mila lavoratori è di 4.229 infortuni, e varia dai valori massimi registrati in Portogallo (7.214) e Spagna (6.736) al minimo di Svezia (1.217) e Gran Bretagna (1.550). In ottobre è stato reso noto uno studio dell'agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, con sede a Bilbao, che rappresenta un primo sistema di monitoraggio europeo in materia di infortuni, disturbi e malattie derivanti dalle condizioni di lavoro. Anche nello studio dell'agenzia di Bilbao le costruzioni, il settore manifatturiero, i trasporti e l'agricoltura sono i settori dove salute e sicurezza sono esposti a rischi maggiori. Ma vengono individuati anche rischi diffusi nei settori pubblici e privati, ad esempio nel commercio e nei servizi sanitari. Nuovi fattori di rischio sono individuati nell'area psicosociale, come le prepotenze, le vittimizzazioni sui luoghi di lavoro, lo stress. Naturalmente si sottolinea come siano necessari maggiori sforzi per ridurre i fattori di rischio tradizionali, come la manipolazione di sostanze chimiche, le vibrazioni, il rumore, il sollevamento pesi ecc. Nel campo degli infortuni si registra una costante evoluzione dei sistemi nazionali di assicurazione. I vari sistemi nazionali sono piuttosto differenti tra di loro: nella maggior parte degli stati il carico economico incombe esclusivamente sui datori di lavoro. Questo avviene in Belgio, Francia, Germania, Danimarca, Lussemburgo, Portogallo, Svezia. Solo nei Paesi Bassi non esiste alcuna assicurazione specifica in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali, per cui tali rischi vengono coperti dall'assicurazione contro le malattie, l'inabilità al lavoro e da quella per i superstiti. Nell'Unione Europea sono assicurati per gli infortuni sul lavoro in primo luogo i lavoratori dipendenti, con estensione agli apprendisti in Austria, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Lussemburgo, Portogallo e Svezia. Artigiani e lavoratori autonomi sono normalmente assicurati con regimi diversificati. Esistono però altre categorie tutelate in altri paesi europei. Così ad esempio in Francia è tutelato chi partecipa a titolo gratuito al funzionamento di organismi aventi scopi sociali, creati in virtù o per l'applicazione di un testo legislativo o regolamentare, nel caso in cui tale persona non sia protetta in altro modo; in Spagna e Portogallo sono tutelati i soci delle cooperative, mentre in Germania lo sono le persone che assolvono incarichi onorifici per la Repubblica federale, i lander, i comuni.

 

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Num 13 Aprile 2002 | politicadomani.it