Pubblicato su Politica Domani Num 13 - Aprile 2002

Rifiuti di quarta generazione
IMMONDIZIA "TECNOLOGICA"
Accumulo e riciclaggio dei rifiuti informatici

Sara Andreoli

La rapidità dell'evoluzione tecnologica dei nostri tempi rende beni ed apparecchiature informatiche inutilizzabili nel giro di poco tempo, causando una crescita del fenomeno dei rifiuti tecnologici in continua ascesa. Per quanto riguarda il nostro paese si è parlato di circa due milioni di tonnellate di cosiddetta "immondizia informatica" accumulati nel giro di qualche anno. I dati raccolti dalle associazioni aderenti alla Federinformatica (dati del '99 approssimati per difetto) hanno stimato in circa 500 mila i pc ad uso domestico dismessi in quell'anno in Italia. Si calcola inoltre che, sempre nel '99, nell'Unione Europea siano finite in discarica almeno sei milioni di tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche, insieme a 60 milioni di cartucce di toner e a 500 milioni di cartucce per stampanti in tutto il mondo. Il tasso di crescita di questi rifiuti tecnologici è stimato fra il 15% ed il 30% ogni cinque anni, un ritmo pari al triplo dei rifiuti urbani. Soltanto il 5% però viene trattato in modo ecocompatibile. Sulla base di questi dati le associazioni ambientaliste hanno cercato di avviare delle attività di recupero e riciclaggio di materiale informatico. Mediante la raccolta differenziata, dalla gran parte delle cartucce che attualmente finiscono in discarica si potrebbero recuperare a fini energetici materie quali la plastica e il metallo, e sarebbe possibile la messa in sicurezza della polvere di toner residua.
Per porre un freno al problema dell'immondizia informatica il Parlamento italiano ha iniziato a lavorare su leggi che nel settore rappresentano una novità. In attuazione di un primo provvedimento, è stata realizzata la raccolta differenziata dei vecchi pc. Nell'accordo di programma sullo smaltimento dei beni durevoli sono stati fatti rientrare i beni informatici. Questo programma, che è attivo dal 1 ottobre 2000, prevede la divisione dei rifiuti in tre distinti comparti: BIANCO (frigoriferi), BRUNO (hi-fi e tv) GRIGIO (computer). Gli oneri sono a carico di produttori ed imprenditori, i quali dovranno adottare nella progettazione misure che consentano il riciclaggio e il riuso dei componenti di base. Essi dovranno inoltre ridurre l'uso delle plastiche clorurate ed evitare, ove possibile, l'impiego di sostanze tossiche. A partire dall'ottobre 2000 per chi non rispetta l'accordo è prevista una sovrattassa del 10% sui nuovi beni immessi sul mercato.

 

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Num 13 Aprile 2002 | politicadomani.it