Pubblicato su Politica Domani Num 12 - Marzo 2002

Televisione
PADRE MARIANO, IL FRATE DELLA TV
A trent'anni dalla sua morte

Giorgio Razzano

Per i giovani della mia generazione è difficile avere un'idea esatta di Padre Mariano, se non attraverso le testimonianze di coloro che l'hanno visto in televisione o hanno avuto la fortuna di poterlo incontrare personalmente. Trent'anni fa moriva, il 27 marzo del 1972, e veniva sepolto nella chiesa dell'Immacolata in via Veneto 27, ed è proprio da lì che parte il mio interesse verso il grande comunicatore che ancora oggi attrae sulla sua tomba centinaia di persone.
Incuriosito, ho avuto la fortuna di vedere alcuni stralci di quei vecchi filmati che andarono in onda tra il 1955 fino alla sua morte, rubriche televisive di un quarto d'ora intitolate "La posta di Padre Mariano", "In famiglia" e "Chi è Gesù". In queste brevi trasmissioni, che andavano in onda non sempre regolarmente, un paio di volte al mese o ogni settimana, in orari differenti a seconda delle esigenze televisive, il frate cappuccino, con parole semplici, riusciva a spiegare a tutti i testi delle Sacre Scritture e del Vangelo e parlava anche di argomenti della vita di tutti i giorni. Le sue caratteristiche, che fecero raggiungere alla trasmissione ascolti vertiginosi, fino a 15 milioni di persone, erano proprio queste: la semplicità e soprattutto il suo affrontare i problemi dal punto di vista umano.
Avere parole di conforto verso le famiglie, i giovani, i poveri e i derelitti della società era una costante di Padre Mariano; a lui si rivolgevano tutti con dubbi e domande ed ad ognuno veniva data una risposta di speranza. Il nome di questo frate fece eco in molti stati europei e non solo; grazie alla sua rubrica il frate ebbe riconoscimenti in Spagna e a Montecarlo.
Dopo la metà degli anni sessanta, però, e con l'ascesa al governo del centro-sinistra, la sua rubrica televisiva - che spesso andava in onda tra il telegiornale e "Canzonissima" - iniziò ad essere tagliata: persino la famosa frase finale "Pace Bene a tutti!", spesso non veniva mandata in onda, lasciando gli spettatori interdetti.
Cosa era successo? Anche i politici, con delle interpellanze parlamentari, si posero questa domanda, ma ancora oggi le risposte sono solo ipotetiche: la malattia del frate oppure il calo degli ascolti.
La verità è invece molto semplice: Padre Mariano parlava sempre molto chiaramente di argomenti scottanti ed ancora oggi molto dibattuti, come il divorzio, lo sgretolamento e il fallimento della famiglia, quando questa viene interpretata fuori dal contesto cristiano, l'educazione dei figli, la preparazione al matrimonio. Questi argomenti, che per anni avevano interessato gli italiani, non potevano più andare bene per una Tv che stava cambiando e stava perdendo il suo valore etico di mezzo di comunicazione e informazione; un personaggio come Padre Mariano, convinto assertore di certi valori, che parlava anche di storia, geografia, filosofia e letteratura, non solo italiana, ma persino greca e latina, facendosi capire anche dalle persone culturalmente più semplici, era troppo.
Fu così che, dopo che la sua rubrica fu ridotta nella durata, si cominciò a parlare di un suo possibile addio alla Tv, proprio mentre, per ironia della sorte, si richiedeva la sua presenza nelle televisioni spagnole (come la TVE, il più importante canale iberico), francesi, argentine e si pensò persino ad un contratto con il famoso network televisivo americano CBS di New York. Le proteste degli italiani non ebbero alcun effetto: la politica si era impadronita del mezzo di comunicazione televisivo, interessi di business e pressioni politiche prevalsero, e l'operato di questo semplice frate finì.
La Rai oggi dovrebbe avere il coraggio se non di riproporre, almeno di ricordare Padre Mariano per l'alto valore che le sue trasmissioni dettero non solo all'azienda televisiva da poco nata, ma anche alla nazione, un contributo morale e sociale, che nessun altro fino ad oggi è riuscito a dare.
Nel rivedere quelle immagini in bianco e nero, consumate dal tempo, nell'ascoltare quei discorsi dal fono non perfetto e soprattutto nel vedere quel frate nello schermo, non posso fare a meno di pensare che sia proprio lui "l'inventore dell'intrattenimento culturale", perfetto regista di se stesso, comunicatore impeccabile, artefice di uno dei primi slogan televisivi "Pace Bene a tutti!", capace, senza alcuna esperienza tecnica, di mettere in piedi una trasmissione televisiva curata nei particolari, di incalcolabile audience, in grado di fare concorrenza a ben altre costosissime trasmissioni che verranno proposte negli anni avvenire, copie sbiadite dai contenuti volgari e privi di qualità.
Questo per me fu Padre Mariano: "un'agenzia" alla quale tutti noi oggi, più di ieri, avremmo voluto rivolgerci per trovarvi l'amico capace di alleviare le nostre sofferenze quotidiane.

 

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Num 12 Marzo 2002 | politicadomani.it