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Turismo sessuale DONNE A DIECI, VECCHIE A VENTI Crimini contro le bambine Marianna Berti Da qualche tempo è diventato di moda istituire giornate in memoria o di errori compiuti in passato o di qualche parte (svantaggiata) della società. Il 27 gennaio è toccato agli ebrei, l'8 marzo alle donne. Ma non ci si può lavare la coscienza celebrando i riti di un giorno, né tanto meno si può parlare di festa sapendo che ci sono organizzazioni, e non solo singoli individui, che usano giovani donne per soddisfare i loro impulsi più abietti. Molti distinti signori partono per vacanze all'estero e, insieme all'albergo, prenotano una fanciulla. È così che si alimenta un nuovo crimine, il turismo sessuale. Si parte dall'Europa, dagli Stati
Uniti e si arriva nel Sud-Est asiatico. La meta più in voga attualmente
è la Thailandia. Qui i "turisti del sesso" non sono
solo pedofili, gente che vive di una forma di devianza sessuale cronica,
ma soprattutto uomini "normali", anzi spesso sono "uomini
d'affari". Le multinazionali per cui lavorano procurano loro oltre
alle automobili, agli abiti, anche delle prostitute ancora bambine.Vi
sono manager provenienti da Hong Kong e Singapore disposti a pagare
dai trecento ai cinquecento dollari per una notte in compagnia. Le vittime
sono bambine dai quattro ai sedici anni, tutte con una stessa caratteristica:
la povertà. Vengono vendute dai genitori per pochissimi soldi
e dalle baraccopoli passano alle strade. Qui finisce il loro viaggio
e la loro vita, e sempre qui inizia il divertimento di certi turisti.
Altre finiscono nei bordelli o anche in locali di lusso. Non c'è
nulla da temere per i gestori, nessuno, non la polizia né le
autorità del luogo, avrà qualcosa da opporre; la malavita
gioca in casa. A mettere in crisi il "turismo del sesso" ci
aveva provato un'altra piaga, l'AIDS, ma la soluzione è stata
subito trovata: la domanda è stata indirizzata verso bambine
sempre più piccole. Lavorano come adulte queste fanciulle: sette
giorni a settimana con pause di una sola notte al mese. Inevitabile
ricorrere a psicofarmaci, a liquori, poi alla droga e infine al suicidio.
Il detto più comune di Potpong, strada di Bangkok, è "Donne
a dieci, vecchie a venti, morte a trenta"
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Num 12 Marzo 2002 | politicadomani.it
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