Pubblicato su Politica Domani Num 12 - Marzo 2002

Colpo di mano in commissione
COMMERCIO D'ARMI
Passa il disegno di legge Previti

Giorgio Innocenti

La legge 185, approvata nel 1990 è stata una grande conquista civile voluta dalle associazioni pacifiste e di solidarietà internazionale. Scopo della 185/90 è: consentire al parlamento di controllare le esportazioni d'armi, di bloccare quelle dirette a nazioni che violano i diritti umani o che fanno guerra. Elemento qualificante è l'accertamento dell'utente finale delle armi vendute, così da evitare "triangolazioni" che prima del 1990 hanno permesso all'Italia di vendere armi in tutto il mondo, in barba al ripudio della guerra che la costituzione sancisce.

I costruttori d'armi sono stati chiaramente danneggiati da questo provvedimento e non sono mancate negli anni pressioni per una modifica. Ogni tentativo è stato però efficacemente contrastato dalla società civile, allertata da associazioni come Amnesty International, anche se norme applicative via via più lassiste hanno affievolito il potere di controllo della legge.

Lo scorso gennaio la lobby delle armi è tornata alla carica. Cesare Previti - deputato di Forza Italia ed ex-membro del consiglio d'amministrazione della fabbrica d'armi Alenia - ha presentato il disegno di legge 1927, per "facilitare" l'esportazione d'armi. La proposta prevede la neutralizzazione della parte qualificante della legge 185/90. Le commissioni Esteri e Difesa hanno approvato il disegno di legge in soli otto giorni (tra il ventidue ed il trenta gennaio). E l'opposizione? Marco Minniti - deputato dei DS - ha definito di "grande rilievo" il provvedimento, uno "straordinario passo in avanti". Le uniche due voci contrarie non erano presenti al voto in commissione. Elettra Dejana (Rifondazione) era partita per Porto Alegre, Laura Cima (Verdi) era assente per malattia.

Il disegno di legge 1927 è stato presentato come ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività per la difesa europea. Davvero ammirevole la velocità con cui ci uniformiamo all'Europa, e dire che per quanto concerne il Mandato di cattura europeo non abbiamo mostrato la stessa sollecitudine. "Non si capisce perché mai quello della produzione e del commercio delle armi debba diventare il primo settore in cui l'Italia rinuncia alla propria normativa nazionale. Sarebbe auspicabile, invece, che l'Italia richieda agli altri Paesi Europei maggiore severità nel controllo dell'export delle proprie armi e maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti e per il disarmo", hanno affermato senza giri di parole Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace (Pax Christi). "Il risultato è che una parte significativa delle esportazioni di materiale di armamento semplicemente scomparirà dalle possibilità di controllo degli organi parlamentari, della stampa e dell'opinione pubblica", ha denunciato l'OSCAR -l'Osservatorio sul Commercio delle Armi.

Cosa si può fare? Il settimanale vita ha lanciato la campagna "Io difendo la 185." Sul sito del settimanale (www.vita.it/185) è possibile sottoscrivere "l'Appello ai parlamentari", con il quale si richiede a deputati e senatori di fermare l'iter parlamentare del disegno di legge. É possibile firmare l'appello anche sui siti di altre associazioni che hanno aderito tra cui, Peacelink, Emergency,
Amnesty International, Pax Christi, Nigrizia, Sbilanciamoci, Emmaus, Missione Oggi,
Campagna Banche Armate, Scuola di Formazione Socio-Politica di Velletri. Ulteriori manifestazioni saranno comunicate sui siti delle associazioni aderenti; è bene fare riferimento principalmente a www.vita.it o www.retelilliput.org, i più aggiornati.

Contrastare questo provvedimento è importante, oltre che per limitare la responsabilità italiana nei conflitti che insanguinano il mondo, per evitare che l'unità europea si fondi su interessi commerciali ad alto livello, che rifiutano limitazioni e si oppongono ad ogni controllo democratico. Si tratta della possibilità di fondare l'Europa dal basso.

 

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