Pubblicato su politicadomani Num 105 - Luglio 2010

Il dissenso dei cittadini

 

Marano ha una tradizione storica millenaria con presenze di una certa rilevanza storica come il Ciaurro e i Castelli.
Tuttavia evocative della sua tradizione e connotative della sua cultura sono le Masserie che rappresentavano il cuore dei fondi agricoli a cui facevano capo: l’agricoltura infatti è stata per secoli l’economia di rilevanza nel territorio maranese. Abbiamo dunque l’obbligo di conservare ciò che rimane di questa vocazione e dobbiamo partire da essa per promuovere lo sviluppo del territorio.
È nostro dovere integrare le moderne e imprescindibili esigenze con la memoria del luogo. Noi contestiamo, quindi, oggi lo scempio commesso nell’abbattere una vecchia costruzione che ai più poteva apparire non gloriosa, ma che rappresentava nel cuore del centro urbano un’importante testimonianza etnoantropologica. Un bene sequestrato alla camorra e che, come recitano le leggi sulla confisca, doveva essere riutilizzato a scopo sociale, ecco perché noi chiedevamo l’integrazione con lo scopo sociale e non la distruzione per lo scopo sociale.
Ben venga l’asilo nido, ma non vediamo la ragione per cui si è dovuta abbattere la vecchia masseria: non certo un problema di cubatura perché per l’attuazione di opere pubbliche si può andare in deroga; non certo per pericolo di crollo perché la masseria, anche se abbandonata, non mostrava segni di cedimenti (non c’erano cartelli di pericolo ed era frequentata dai ragazzini del luogo).
Abbiamo cercato di sensibilizzare l’amministrazione ricordando il suo stesso programma.
Abbiamo anche fatto una proposta di integrazione possibile con il progetto dell’asilo in un articolo pubblicato nella pagina centrale del n°103/104 giugno/luglio 2010 del giornale politicadomani . Tuttavia, vuoi per coincidenza, vuoi per urgenza, solo due giorni dopo l’uscita del giornale la masseria era bella che abbattuta.
Con questo comunicato alla cittadinanza, noi cittadini impegnati nella salvaguardia della memoria storica e delle tradizioni evocative manifestiamo il nostro dissenso. Augurando al nostro territorio che tutte le testimonianze ad oggi esistenti della sua cultura riservino ai suoi figli un futuro migliore.

 

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