Pubblicato su Politica Domani Num 10 - Gennaio 2002

Mondiali di calcio 2006
L'ESCLUSIONE DEL SUD AFRICA
Le ragioni economiche e la pista del razzismo

Daniele Proietto

Bisogna andare molto indietro nel tempo per trovare un altro episodio in cui i sudafricani abbiano dimostrato uno spirito di unione simile a quello che li lega nell'odio verso Charles Dempsey, il rappresentante neozelandese che, durante le votazioni per la scelta della nazione candidata a ospitare la Coppa del Mondo del 2006, ha preferito astenersi piuttosto che permettere al Sud Africa di vincere la sfida. Facendo ciò Dempsey è contravvenuto al mandato della sua stessa Federazione, l'Oceania Football Confederation (OFC), che gli aveva indicato di votare per il Sud Africa, qualora l'Inghilterra fosse stata eliminata. Il non voto di Dempsey è stato determinante, infatti se avesse votato secondo il mandato ricevuto il conteggio finale sarebbe risultato di 12 a 12 tra la Germania e il Sud Africa. Il voto di Sepp Blatter, Presidente della Fifa, sarebbe stato così decisivo ed esso, data l'opinione favorevole del Presidente riguardo alla candidatura africana, sarebbe andato, con ogni probabilità, al Sud Africa.
I Sudafricani di tutte le razze, stato sociale e religione hanno usato i termini più forti per condannare Dempsey il quale ha cercato di motivare il suo comportamento con ipotetiche oscure minacce fatte alla sua famiglia, motivazioni che hanno dato origine a un caso di "giallo internazionale" condito da accuse di razzismo.
In qualsiasi modo si veda il fallimento della candidatura africana, non cambia il fatto che l'Africa non è riuscita ad inserirsi nella comunità delle nazioni competitive. Perché? Forse perché il calcio è troppo legato al mondo del business e a questo difficilmente si applicano i principi di correttezza a cui la FIFA afferma di ispirarsi. L'economia va a braccetto con le occasioni da prendere al volo, e probabilmente gli europei con la complicità degli asiatici hanno solo voluto sfruttare un'altra opportunità economica: ospitare la Coppa del Mondo.
I responsabili delle varie Federazioni sudafricane, giunti in Svizzera per assistere alle elezioni, sono ripartiti avviliti: sono andate in fumo entrate miliardarie nonostante gli sforzi fatti dal Sud Africa per raggiungere e superare i requisiti tecnici necessari ad ospitare la competizione internazionale, secondo le richieste della Fifa. Il business del calcio, che si era messo in moto ben prima della votazione, aveva offerto a Leo Mugabe, Presidente dell'Associazione calcistica dello Zimbabwe, ZFA, progetti per milioni di rands finalizzati a organizzare campi per gli allenamenti pre-partita e, con molta probabilità, offerte simili sarebbero state fatte anche ad altri paesi, come il Mozambico e il Malawi. Il Sud Africa, da solo, aveva stimato che la sua economia avrebbe goduto di un beneficio economico calcolato intorno ai 16.4 miliardi di rands e che si sarebbero creati decine di migliaia di posti di lavoro nei settori delle costruzioni e del turismo.
Tante belle speranze andate in fumo perché un uomo solo, arbitrariamente con un semplice voto, ha vanificato un'importante opportunità di sviluppo economico per l'Africa, spegnendo così le speranze di integrazione dei sudafricani fra le grandi nazioni grazie all'interesse nello sport internazionale.

 

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Num 10 Gennaio 2002 | politicadomani.it