Pubblicato su Politica Domani Num 10 - Gennaio 2002

Diritti umani
NON DIMENTICHIAMO LE BAMBINE
Dall'Africa le notizie più inquietanti

Eleonora Testana

Rifletto sulle condizioni di vita dei bambini nel mondo e mi tornano alla mente le immagini dei bambini afghani, con i loro piccoli visi segnati dal terrore dei bombardamenti o di quei bambini con in braccio fucili più pesanti di loro, gli occhi smarriti ma fieri, innocenti ma istruiti a dovere, plagiati e pronti a morire pur di far parte di un grande progetto, di seguire un ideale. Bambini vittime innocenti dell'egoismo e della malvagità umana, ma non sono gli unici.
La condizione delle bambine è anche peggiore: bambine costrette alla prostituzione, piccole mendicanti rese storpie per muovere a compassione i passanti, bambine esposte in gabbia nei mercati del sesso.
In Etiopia, nonostante il tentativo delle donne di unirsi in piccole cooperative per sostenere l'economia famigliare, l'uomo è sempre il padrone e può tutto. Nel paese, devastato da venti anni di guerra civile, agli orrori della guerra e delle devastazione si è aggiunto un altro orrore, quello della violenza carnale sui minori.
Fra le tante storie di bambine violate eccone solo alcune: Fareke, tre anni, violentata dal suo vicino di casa; Meles, venti anni, violentata da bambina e sua figlia, sei anni, che ha subito la stessa sorte della madre; Adamech, giovane africana di una bellezza disarmante, ha preso l'aids dal suo violentatore ma non lo sa, come non sa che deve morire; Safiya, violentata, ha partorito un bambino fuori del matrimonio e per questo è stata condannata a morte.
I nomi potrebbero ripetersi e le storie continuare, e di fatto si ripetono e la lista di storie sembra infinita nelle denunce dell'UNICEF e di Amnesty International, da dove si diffondono le testimonianze viventi di una situazione che il prolungarsi dei conflitti, della miseria e dell'ignoranza ha reso intollerabile. In questo corno d'Africa dimenticato dal resto del mondo la gente sa ma non parla. Lo stupro è considerato un'onta per la famiglia africana, pronta a mettere tutto a tacere pur di non perdere la sua sacralità.
Ma in questo silenzio, fra le altre, si è levata una voce autorevole, quella dell'EWLA (European Women Layer Association), associazione di avvocatesse che si sta mobilitando per i diritti delle donne. Cento processi sono già stati avviati ma non basta, servono nuove leggi che tutelino le bambine, perché è di bambine che stiamo parlando. Secondo dati recenti ("Panorama" del 13/12/2001) su 170 casi di bambine violentate, 87 avevano meno di 10 anni, 9 erano in età prescolare e 5 erano ancora più piccole. Ma l'onore vale più di qualsiasi altra cosa. Le bambine vengono portate in ospedale in condizioni pietose e i genitori in silenzio le fanno ricucire.
Il silenzio è durato fin troppo, un silenzio interrotto in passato solo dalle grida disperate delle bambine alle quali viene strappata la loro innocenza. Si tratta di bambine che entrano poi in un tunnel dal quale le tradizioni famigliari, le regole religiose, le leggi dello stato difficilmente permetteranno loro di potere fare ritorno e resteranno così sole e disperate.

 

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Num 10 Gennaio 2002 | politicadomani.it