Safiya Hussein ha trent'anni, è nigeriana. Nello stato in cui vive (la Nigeria è una repubblica federale) vige la Sharia. Safiya è rimasta incinta del quinto figlio. Il problema è che Safiya ora è divorziata, il suo ultimo figlio è stato concepito fuori del matrimonio, quindi è un'adultera. Non importa che lei affermi d'aver subito violenza carnale: ciò che merita è d'essere lapidata, interrata in una buca fino alle spalle e lapidata. Il bambino è nato, la pena è stata sospesa per l'allattamento, centottanta giorni, nel frattempo è in corso il processo d'appello. Cosa si può fare? Scrivere a embassy@nigerian.it invitando il governo federale a fare pressioni per la liberazione di Safiya.
La notte di Natale, davanti all'ambasciata Nigeriana a Roma, erano in tanti, molti mussulmani, con una candela in mano, a chiedere la salvezza per Safiya.