L’arazzo di Bayeux
Apr 2013
Il tessuto di lino più famoso del Medioevo è certamente l’arazzo di Bayeux, una tela ricamata nell’XI secolo per celebrare la conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo duca di Normandia (1066): otto pezze di lino, alte 50 cm, unite fra loro fino a raggiungere la lunghezza di 70 metri.
Commissionato dal fratellastro di Guglielmo il conquistatore, Oddone, conte di Kent e vescovo di Bayeux, questo eccezionale oggetto fu realizzato a Canterbury, tra il 1066 e il 1082. Sull’arazzo le ricamatrici anglosassoni ricamarono le vicende della conquista normanna dell’isola da parte del duca di Normandia. Oddone lo donò poi alla cattedrale di Bayeux.
Molti secoli dopo, per ospitarlo fu addirittura creato un museo.
Oltre ad essere un oggetto di eccezionale bellezza, questo arazzo è un importante documento in quanto in esso si rappresentano con straordinaria veridicità oggetti, costumi e modi di vivere del tempo.
Le immagini dell'arazzo raccontano le avventure del duca Harold Godwinson, fratellastro del re Edoardo il Confessore, la cui nave fece naufragio sulle terre del conte Guy de Ponthieu (nella Somme attuale) nel 1064. Egli fu salvato e catturato da Guy che pensò di liberarlo dietro un riscatto. Lì si trovava anche Hélas, una spia di Guglielmo, visibile nell'arazzo. Guglielmo pretese da Guy che gli consegnasse Harold, il che avvenne. Guglielmo nominò Harold cavaliere a Rouen. Durante questa cerimonia, visibile sull'arazzo, Harold giurò a Guglielmo, sulle ossa di un santo (cosa assai tenuta in conto all'epoca) che lo avrebbe sostenuto nella successione a Edoardo sul trono di quella che ancora non era l'Inghilterra, una promessa che rinnegò più tardi, il che gli valse la scomunica da parte del papa. In seguito, sull'arazzo, si vede Harold tornare in Inghilterra e farsi acclamare re dopo la morte di Edoardo.
L'arazzo contiene anche la rappresentazione di una cometa, probabilmente la Cometa di Halley.
La rappresentazione del racconto storico, sotto forma di immagini, la rese nel corso dei secoli accessibile a tutti quelli che all'epoca non sapevano leggere.
Nel 2007 l'Unesco ha inserito l’arazzo nell'Elenco delle Memorie del Mondo.
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