Dalla guerra al papato
Joseph Ratzinger una storia, una vita
Biografia di un papa su cui non compare la parola “fine”
Feb 2013
Germania, Marktl am Inn. È il 16 aprile 1927 quando nasce Joseph Ratzingher. Il padre è commissario di polizia di origine agricola, la madre è figlia di artigiani e prima di sposarsi lavorava come cuoca d’albergo. Le condizioni economiche sono modeste.
È al confine con l’Austria che Joseph trascorre l’infanzia e l’adolescenza, in un ambiente che ha definito “mozartiano”. Il nazismo è ostile alla chiesa cattolica e lui è cattolico.
Con il Gesetz über die Hitlerjugend tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni erano obbligati ad arruolarsi nella Hitlerjugend,. Così a 16 anni viene assegnato a un reparto di artiglieria contraerea e poi a uno di intercettazioni radiofoniche. Fu incaricato di scavare trincee e fu poi inviato insieme a gruppi di coetanei a compiere marce in alcune città tedesche cantando canti nazionalsocialisti per “sollevare il morale della popolazione”. Fu allora che disertò. Evitò la fucilazione grazie a un sergente che lo fece scappare. Preso prigioniero dagli alleati venne recluso per alcune settimane e poi rilasciato (1945). Non sparò mai un colpo perché mai si trovò nelle condizioni di farlo.

Studia alla Scuola superiore di Frisinga e all’Università di Monaco di Baviera (1946-1951): filosofia e teologia. Nel 1953 è dottore in teologia. Insegna a Frisinga, Bonn, Munter, Tibinga, Ratisbona.

Intanto, nel 1951, è ordinato sacerdote.
Negli anni del Concilio Vaticano II (1962-1965) partecipa ai lavori, come esperto e come consultore teologico del cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia, può esaminare le carte dei lavori preparatori e dare il suo contributo.
Nel 1972 fonda la rivista di teologia “Communio” insieme ad Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac ed altri grandi teologi.

Nel 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo e poi lo ordina vescovo della diocesi di Monaco e Fribinga. Come motto sceglie “Collaboratore della verità”. Perché lo spiega così “Per un verso, mi sembrava che era questo il rapporto esistente tra il mio precedente compito di professore e la nuova missione. Anche se in modi diversi, quel che era e continuava a restare in gioco era seguire la verità, stare al suo servizio. E, d’altra parte, ho scelto questo motto perché nel mondo di oggi il tema della verità viene quasi totalmente sottaciuto; appare infatti come qualcosa di troppo grande per l’uomo, nonostante che tutto si sgretoli se manca la verità”.

È ancora Paolo VI a nominarlo cardinale. Nel 1981 su nomina di Giovanni Paolo II diventa prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale. Sono anni di intensa attività di studio e di incarichi. È lui che dirige la commissione che dopo sei anni di lavoro (1986-1992) presenterà a Giovanni Paolo II il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica.
Molte le sue pubblicazioni. Grande eco ebbe il discorso che tenne davanti all’Accademia bavarese sul tema “Perché sono ancora nella Chiesa” nel quale, con la solita sua chiarezza, afferma: “Solo nella Chiesa è possibile essere cristiano e non ai margini della Chiesa”.
Interessanti sono due libri intervista “Rapporto sulla fede” (1985) e “Il sale della terra” (1996), e il libro “Alla scuola della verità”, in cui vari autori illustrano diversi aspetti della sua personalità e della sua opera.

Il 19 aprile 2005 è Papa.
L’11 febbraio 2013 annuncia le sue dimissioni dal soglio di Pietro.
Il 28 febbraio 2012 lascia il pontificato.
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