Pubblicato su politicadomani Num 76 - Gennaio 2008

Quelli del GOEL
Cosa vogliono
Nel progetto Robinia le indicazioni delle finalità del consorzio GOEL nel cui ambito esso è nato

 

"Creare un tessuto capillare di imprese sociali a rete in tutta la Locride che realizzi un sistema compiuto di inclusione sociale e funga, nello stesso tempo, da volano allo sviluppo socioeconomico complessivo del territorio.Questo obiettivo generale può essere raggiunto attraverso i seguenti traguardi:
- promuovere la nascita di nuove imprese sociali, soprattutto, ma non esclusivamente cooperative sociali di tipo B;
- consolidare la tenuta imprenditoriale di quelle già esistenti ed operanti;
- motivare, rimotivare e professionalizzare i soggetti coinvolti nelle imprese sociali;
- predisporre il territorio (le comunità locali, le istituzioni, la classe politica) ad accogliere e valorizzare le imprese sociali;
- costruire un'infrastruttura di rete delle imprese sociali".
È quanto si legge dell'obiettivo del progetto Robinia sul sito del GOEL (www.consorziocociale.it, Equal Robinia): un progetto che qualifica questo aggregato di cooperative, associazioni e fondazioni della Calabria dagli intenti ambiziosi.
Per iniziare a capire cosa è il GOEL, conviene partire proprio da qui, dall'obiettivo generale e lasciare ad altro spazio (su questa pagina) le attività.
Il 1° marzo 2008 il GOEL chiama a raccolta a Locri una grande manifestazione che inizierà significativamente la sera del 29 con una veglia di preghiera ecumenica contro la 'ndrangheta e le massonerie deviate. Un segno di raccoglimento che rimanda, nella sua intensità, alla famosa condanna di Giovanni Paolo II contro la mafia, da lui definita "civiltà della morte" in un celebre discorso tenuto ad Agrigento nella Valle dei Templi.
"La vera forza in grado di vincere queste tendenze distruttive sgorga dalla fede. Questa, però, esige non solo un'intima adesione personale, ma anche una coraggiosa testimonianza esteriore, che si esprime in una convinta condanna del male. Essa esige qui, nella vostra terra, una chiara riprovazione della cultura della mafia, che è una cultura di morte, profondamente disumana, antievangelica, nemica della dignità delle persone e della convivenza civile", aveva scritto nella sua omelia.
Mafia, camorra, 'ndrangheta, massoneria deviata, non si combattono solo a parole. C'è dietro questa "cultura della morte", che è soprattutto morte civile e morte della speranza, una condizione di sofferenza generata ed esasperata dalla mancanza di lavoro, dal timore per la propria famiglia e i figli, dal non poter contare su quel po' di benessere necessario per sentirsi parte attiva di una società in cammino, che è diffusa in Calabria come in altre regioni del Sud.
Creare lavoro è allora combattere contro queste forze negative che "uccidono la società" con ottime prospettive di vincere.
È quello che stanno facendo i giovani della Calabria.

 

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Num 76 Gennaio 2008 | politicadomani.it