Pubblicato su politicadomani Num 72/73 - Set/Ott 2007

Visita pastorale
Benedetto XVI a Velletri
Joseph Ratzinger ritorna da Papa, per una breve visita, nella Diocesi di Velletri-Segni che aveva lasciato da Cardinale. Importante, in una città che è fra le più ricche d'Italia, la sua omelia sulla necessità per il cristiano di disporre delle sue ricchezze per il bene di tutti

 

Era stato nostro ospite nella Scuola di Formazione l'allora Cardinale Ratzinger per un incontro rimasto memorabile sul "diritto alla vita". Il futuro Papa, con le sue risposte, il suo dialogare e il suo modo di porsi di fronte a quella platea di giovani aveva entusiasmato ed era lui stesso rimasto entusiasta. Ora è tornato in forma ufficiale, da Papa. Non è stato possibile salutarlo con la stessa cordialità e confidenza di quel giorno di giugno del 1999, ma ciò che ha detto nella sua omelia ci sta a cuore e vogliamo, almeno in parte, riproporvelo.

"Sono tornato volentieri in mezzo a voi. Sono tornato con gioia. [...]
Nelle passate domeniche, san Luca, l'evangelista che più degli altri si preoccupa di mostrare l'amore che Gesù ha per i poveri, ci ha offerto diversi spunti di riflessione circa i pericoli di un attaccamento eccessivo al denaro, ai beni materiali e a tutto ciò che ci impedisce di vivere in pienezza la nostra vocazione ad amare Dio e i fratelli. [Lo fa] anche quest'oggi. [...] Alla parabola del fattore infedele (cfr Lc 16,1-13), l'evangelista fa seguire una breve serie di detti e di ammonimenti circa il rapporto che dobbiamo avere con il denaro e i beni di questa terra. Sono piccole frasi che invitano ad una scelta che presuppone una decisione radicale, una costante tensione interiore. La vita è in verità sempre una scelta: tra onestà e disonestà, tra fedeltà e infedeltà, tra egoismo e altruismo, tra bene e male. Incisiva e perentoria la conclusione del brano evangelico: "Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro". In definitiva, dice Gesù, occorre decidersi: "Non potete servire a Dio e mammona" (Lc 16,13). Mammona è un termine di origine fenicia che evoca sicurezza economica e successo negli affari; potremmo dire che nella ricchezza viene indicato l'idolo a cui si sacrifica tutto pur di raggiungere il proprio successo personale. È necessaria quindi una decisione fondamentale - la scelta tra la logica del profitto come criterio ultimo nel nostro agire e la logica della condivisione e della solidarietà. La logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta. Quando invece prevale la logica della condivisione e della solidarietà, è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo, per il bene comune di tutti. In fondo si tratta della decisione tra l'egoismo e l'amore, tra la giustizia e la disonestà, in definitiva tra Dio e Satana.
[...] Occorre saper operare scelte di fondo, essere disposti a radicali rinunce; [...] oggi, come ieri, la vita del cristiano esige il coraggio di andare contro corrente, di amare come Gesù, che è giunto sino al sacrificio di sé sulla croce.
Potremmo allora dire, parafrasando una considerazione di sant'Agostino, che per mezzo delle ricchezze terrene dobbiamo procurarci quelle vere ed eterne. [...] Ora, l'unica maniera di far fruttificare per l'eternità le nostre doti e capacità personali come pure le ricchezze che possediamo è di condividerle con i fratelli, mostrandoci in tal modo buoni amministratori di quanto Iddio ci affida. [...]
[Anche] il profeta Amos, con parole forti, stigmatizza uno stile di vita tipico di chi si lascia assorbire da un'egoistica ricerca del profitto in tutti i modi possibili e che si traduce in una sete di guadagno, in un disprezzo dei poveri e in uno sfruttamento della loro situazione a proprio vantaggio (cfr Am 4,5). Il cristiano deve respingere con energia tutto questo, aprendo il cuore, al contrario, a sentimenti di autentica generosità. Una generosità che, come esorta l'apostolo Paolo nella seconda Lettura, si esprime in un amore sincero per tutti e si manifesta in primo luogo nella preghiera. Grande gesto di carità è pregare per gli altri. L'Apostolo invita in primo luogo a pregare per quelli che rivestono compiti di responsabilità nella comunità civile, perché - egli spiega - dalle loro decisioni, se tese a realizzare il bene comune, derivano conseguenze positive, assicurando la pace e "una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità" per tutti (1 Tm 2,2)”.

 

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