Pubblicato su politicadomani Num 69 - Maggio 2007

Made in China
Lo spionaggio fai da te cinese

di A.F.

Italiani e Cinesi hanno almeno una caratteristica comune: sono presenti ovunque. L'ammiraglio Martini, che trascorse buona parte della sua carriera al servizio dello Stato proprio nell'intelligence, nel SIOS Marina prima e successivamente nel SISMI, di cui fu a lungo stimato direttore, nel libro autobiografico "Nome in codice Ulisse" raccontava di come aveva sempre trovato valido aiuto e collaborazione, sia a livello logistico che informativo, nelle varie comunità italiane sparse nei più remoti angoli del mondo ogni qual volta le circostanze lo richiedevano.
I Cinesi sono presenti in quasi ogni luogo, non si integrano nelle realtà locali in cui si trasferiscono ma, a differenza di molti altri gruppi stranieri, tendono a vivere all'interno di comunità chiuse, autonome e autosufficienti, collegate l'un l'altra da invisibili quanto efficientissime reti: basti pensare all'enorme quantità di merci cinesi contraffatte che si riversa illegalmente sui nostri mercati. Onnipresenti, tutti legati fra di loro, sempre nell'ombra e difficili da distinguere perché, ai nostri occhi, sono un po' tutti uguali, solitamente attenti a non dare fastidio e a non urtare la suscettibilità degli abitanti dei paesi che li ospitano. E, in più, dotati di una discrezione assoluta, di una sapienza e di un'astuzia millenarie e di una organizzazione dei rapporti sociali in forme gerarchiche di tipo paramilitare a noi assolutamente aliene.
Da queste caratteristiche sembrerebbe che i Cinesi siano un popolo di spie perfette, e non è un'impressione del tutto sbagliata. Una nazione come la Cina, dove il pragmatismo materialista si fonde con l'atavica sapienza confuciana e taoista, strutturata in forma di un'enorme ed efficiente caserma, fornita di un apposito ministero che si occupa esclusivamente della Sicurezza dello Stato, non poteva ovviamente tralasciare di far uso, all'occorrenza, di questa rete spontanea di comunità sparse in tutto il mondo. E infatti il Ministero per la sicurezza da un lato coordina i vari servizi istituzionalmente preposti all'attività di intelligence, dall'altro, soprattutto nell'ambito delle nazioni occidentali, si avvale di queste reti spontanee costituite dai connazionali emigrati. Così, in ambito estero, alle reti istituzionali di intelligence, formate da funzionari statali, agenti sul campo, diplomatici e rappresentanti commerciali, si sovrappongono queste reti familiari private, pronte a servire occultamente il proprio paese d'origine nel momento del bisogno.
In realtà non siamo di fronte ad un fenomeno unico nel mondo dello spionaggio, che saggiamente ha sempre fatto ricorso a tutte le risorse informative possibili. Qualcosa di simile esiste ad esempio all'interno delle comunità islamiche ed ebraiche e anche nell'opera missionaria della Chiesa cattolica, presente e ramificata in quasi tutte le nazioni del mondo, dove non è ufficialmente messa al bando, come avviene proprio in Cina, che probabilmente vede nella Chiesa un potenziale e potente nemico che fa uso delle sue stesse armi. Tuttavia nessuna di queste reti informative ha sino ad ora raggiunto i livelli di riservatezza e di anonimato che contraddistinguono quelle messe in opera dai cittadini cinesi emigrati, rese forti proprio dalla volontà di isolarsi dal contesto sociale delle nazioni che li ospitano e, soprattutto, dall'assoluta mancanza della volontà di porre in atto azioni di proselitismo ideologico o religioso nei confronti dei loro nuovi vicini di casa.

 

I servizi segreti cinesi

L'Intelligence cinese vera e propria risente del particolare assetto politico della nazione, dove lo Stato e il Partito Unico si fondono in un'entità inscindibile, un po' come accadeva nel defunto impero sovietico.
Due sono i principali servizi segreti: il Diaochabu, organo di spionaggio dipendente dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, che ha al suo interno il Dipartimento delle Relazioni Internazionali, con succursali in tutto il mondo, e il Tewu, Dipartimento degli Affari Speciali e della sicurezza cinese, dipendente dal governo.
A questi due organi sono da aggiungere:
- il Qingbao, servizio di spionaggio militare, dipendente dallo Stato Maggiore Generale dell'Armata Popolare. Ad esso fanno capo tutti gli addetti militari di stanza nelle ambasciate cinesi all'estero e ha anche compiti nell'ambito dello spionaggio tecnologico;
- il Chi Pao K'o, Servizio di Sicurezza Militare;
- il Guojia Anquanbu, costituito da Deng Xiaoping, si occupa di spionaggio strategico, sicurezza interna e controllo delle frontiere;
- il Gonganb, che è una struttura posta alle dirette dipendenze del Ministero per la Sicurezza dello Stato.

 

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