Pubblicato su politicadomani Num 69 - Maggio 2007

Elezioni Presidenziali in Francia
I francesi scelgono la continuità
Nikolas Sarkozy è il nuovo Presidente della Repubblica. Rinnovamento e tradizione. La sua politica estera in poche battute la sera dell'elezione

di Maria Mezzina

6 maggio 2007, ore 21:30, con oltre il 70% delle schede scrutinate e l'86% dell'affluenza alle urne è chiaro che sarà Nikolas Sarkozy il nuovo Presidente della Francia e che la Francia ha ritrovato il gusto della partecipazione alla politica. Ma la Francia ha anche ritrovato il gusto dell'unità e la consapevolezza di essere un grande paese con un ruolo chiave in Europa e nel mondo. Una campagna elettorale, quella francese, dura, tirata, splendida. Non a caso i due protagonisti subito dopo la diffusione dei risultati hanno avuto parole di stima per l'avversario e hanno chiamato i propri elettori all'unità per dare alla Francia un impulso nuovo. Segolene Royal, la madre di quattro figli, la nuova Giovanna d'Arco, come da molti è stata chiamata, è apparsa sorridente e serena davanti ai suoi per ringraziarli dei 17 milioni di voti ricevuti, il 47%, un risultato molto positivo per la sinistra francese. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento francese sono vicine (10 e 17 giugno) ed è lì la vera sfida. Il suo appello ad "osare" e a votare per una donna e per un cambiamento radicale della politica francese ha mosso soprattutto i giovani che si sono schierati con lei, ma non ha convinto la maggioranza dei moderati: i voti di Bayrou, il candidato centrista che subito al primo turno sembrava l'ago della bilancia, sono andati nella stessa misura alla Royal e a Sarkozy dimostrando come in Francia siano gli elettori molto più che le alleanze di partito a decidere.
Ora, in vista delle politiche di giugno, la sinistra francese dovrà fare i conti con la forza di trascinamento e l'inevitabile vantaggio che la vittoria di Sarkozy ha dato alla destra francese. Non è tuttavia una deriva a destra, perché la destra francese che ha vinto con Sarkozy è un movimento dinamico e moderno fondato su fatti concreti e valori che fanno parte del DNA della Francia: una Francia sa di essere e vuole essere una grande nazione con un grande ruolo.
Di fronte alla folla in festa dei suoi sostenitori in Place de la Concorde, Sarkozy in poche battute ha ribadito i punti chiave della sua futura politica interna ed estera. Il nuovo Presidente ha subito teso la mano agli elettori di sinistra confermando la sua stima verso la Royal ed evitando qualsiasi riferimento alla contrapposizione - a tratti aspra e violenta - che ha preceduto le votazioni in nome di quel valore di fraternité che insieme alla liberté ed egalité sono scritti nel cuore del popolo francese.
Europeista convinto, è a lui che guarda l'Europa per dare un impulso forte al processo di unificazione politica dell'Unione sul quale proprio la Francia aveva messo una pesante ipoteca due anni fa votando no al referendum per la Costituzione europea. Il disegno europeista a cui Sarkozy ha accennato dal palco di Place de la Concorde coincide con la politica euromediterranea che sta facendo l'Italia. Il neoeletto Presidente ha infatti parlato di Europa proiettata nel Mediterraneo, un modo per la Francia di guardare all'Europa spostandone a Sud gli interessi: un modo che è in totale sintonia con la politica estera che il nostro Paese sta perseguendo dagli anni della ricostruzione del secondo dopoguerra e che pone l'Italia al centro di questa nuova Europa; un modo che dà nuova speranza alla Turchia e apre scenari di pace nei paesi del Medioriente. Un'Europa che, con la Germania protesa a Nord e ad Est, con l'Italia al centro lungo i due assi europei, Nord-Sud e Est-Ovest, e con la Francia a segnare confini e influenza ad Ovest fino allo Stretto di Gibilterra e a Sud, fino a comprendere i paesi dell'Africa che si affacciano sul Mediterraneo, si avvia a ricostituire quella unità che si è frantumata con la caduta dell'Impero Romano due millenni fa. Il progetto ambizioso diventa più concreto con questa volontà espressa da Sarkozy di proiettare la Francia verso il sud dell'Europa.
Il nuovo Presidente francese ha avuto parole rassicuranti anche per gli Stati Uniti, con i quali la Francia siede come membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Siamo amici dell'America, ha detto sintetizzando in poche battute il suo progetto di politica estera, e proprio per questo vogliamo parlare con l'America e discutere con lei i problemi del mondo, a cominciare da quello ecologico e del riscaldamento globale del pianeta, problema su cui la Francia sarà in prima linea a sostenere una politica mondiale di salvaguardia dell'ecosistema terrestre.
Sarkozy è riuscito a convincere la maggioranza dei francesi. L'uomo forte delle Banlieue che ha dovuto pagare lo scotto della riprovazione interna e internazionale per i commenti e gli interventi da lui fatti nella veste di Ministro degli Interni, riprovato dallo stesso Chirac, è riuscito a dare di sé un'immagine più rassicurante. Più rassicurante perfino di quella materna di Segolene Royal che, invece, ha dovuto combattere una battaglia esattamente opposta: convincere cioè i francesi che anche una donna e una madre sarebbe stata in grado di essere a capo e guidare con decisione ed energia una nazione. I francesi in maggioranza hanno scelto la tradizione, sono andati sul sicuro e hanno votato chi ha fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia ma, nello stesso tempo, per tutta la campagna elettorale ha scelto di dare di sé un'immagine rassicurante, tenendo anche nel confronto diretto in Tv un profilo basso rispetto ad una Royal decisa, dura, perfino aggressiva. Fra la novità e la durezza di una donna e la continuità e lo sforzo di mostrarsi disponibile, il Presidente di tutti, di Sarkozy, i francesi hanno votato Sarkozy.

 

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Num 69 Maggio 2007 | politicadomani.it