Pubblicato su politicadomani Num 69 - Maggio 2007

Senza lavoro non c'è sviluppo
Crescita economica e lavoro decente
Gli andamenti sull'occupazione nel mondo e le prospettive per il 2007 secondo l'Ilo, l'Organizzazione Internazionale per il Lavoro

A cura di M.M.

Nonostante dal 2005 al 2006 la ricchezza globale nel mondo sia aumentata e sia cresciuto il numero dei lavoratori, in percentuale la disoccupazione totale è rimasta uguale, 6,3%, e il numero assoluto di lavoratori disoccupati è leggermente aumentato a 195,2 milioni. Le cifre confermano una tendenza preoccupante degli ultimi anni: la crescita della ricchezza non si traduce in una diminuzione consistente né della disoccupazione, né della precarietà del lavoro, né della povertà della stragrande maggioranza, anche di chi lavora. Negli ultimi dieci anni infatti, anche se la percentuale degli occupati poveri è diminuita, il numero di lavoratori che vivono con meno di due dollari al giorno è aumentato, raggiungendo la cifra di 1,37 miliardi nel 2006.
L'attuale crescita economica su scala mondiale è del 4,9%, una percentuale robusta e consistente che, prevedono gli economisti, difficilmente potrà durare a lungo. L'eventualità della diminuzione della crescita aggraverebbe la situazione perché con una crescita economica meno spinta la percentuale dei disoccupati e dei lavoratori poveri aumenterebbe inevitabilmente.
È necessario, nota l'organizzazione internazionale, che questa crescita economica sia governata meglio e sia usata per creare lavori migliori e più produttivi. La riduzione della disoccupazione e della povertà nel lavoro è la precondizione per una crescita economica robusta e sostenibile.
Nel 2006 gran parte dei lavori creati è stato meno che "decente": si è trattato cioè di lavori poveri. Infatti, a fronte dell'aumento del 16,6 per cento dell'occupazione, dal 1996 al 2006, c'è stata una diminuzione della povertà di soli 7,4 punti percentuali, dal 54,8% nel 1996 al 47,4% nel 2006. E mentre la percentuale di disoccupazione è andata lentamente migliorando negli ultimi anni - sia pure con alti e bassi - il rapporto fra occupati e popolazione in età da lavoro è andato peggiorando, soprattutto fra i giovani (15-24 anni) e le donne.

Rapporto occupati/popolazione (mondiale)
  1996 (%) 2006 (%)
Totale 62,6 61,4
Giovani (15-25 anni) 51,0 46,8
Donne 49,6 48,9
Uomini 75,7 74,0

Altro indicatore interessante nel rapporto è l'indice di partecipazione al lavoro che indica la percentuale di persone che lavorano o sono in cerca di lavoro. Qui il divario fra uomini e donne è notevole, ma, mentre il dato maschile è consistente ed è una costante in tutte le regioni esaminate, quello femminile va interpretato perché sono sempre più numerose le giovani donne che decidono di studiare anziché cercare un lavoro.

Partecipazione al lavoro
  1996 (%) 2006 (%) differenza
Uomini 80,5 78,8 -1,7
Donne 53,0 52,4 -0,6

Queste variazioni sono la conseguenza di una crescita economica che, a sua volta, è il risultato di politiche socio-economiche di lungo termine.
Il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ritiene che la crescita continuerà solo se il lavoro sarà più "produttivo", se cioè la gente riuscirà a lavorare con maggiore efficienza. Se ad una maggiore produttività si accompagnano anche retribuzioni più alte, tutto ciò potrebbe essere un bene per i lavoratori. Il fatto è però, conclude l'Ilo, che questo non sempre accade e spesso, specie nei paesi in via di sviluppo, un'azienda risulta produttiva perché usa mano d'opera a bassissimo costo (fino al lavoro schiavo) e perché non rispetta nessuno dei parametri di salvaguardia dell'ambiente e della sicurezza sul lavoro.
La situazione è comunque diversa da zona a zona, tanto che per la prima volta l'Ilo ha deciso di esaminare separatamente la situazione e le prospettive nelle diverse zone del pianeta. Ne esce un quadro variegato nel quale la situazione economica, le condizioni del lavoro, e le prospettive per il futuro si intrecciano inevitabilmente con la situazione politica e sociale delle varie nazioni considerate: una fotografia del mondo in cui si intrecciano lavoro, prospettive economiche e geopolitica.

 

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Num 69 Maggio 2007 | politicadomani.it