Pubblicato su politicadomani Num 69 - Maggio 2007

European Migration Network
I costi dei rimpatri volontari
Una nota della Corte dei Conti riferisce che il contrasto all'immigrazione irregolare nel 2004 è costato all'Italia circa 316 mila euro al giorno

 

L'EMN - European Migration Network è una rete su scala europea di Punti di Contatto Nazionali, con propri network nazionali collegati tra loro, che forniscono una base sistematica di monitoraggio del fenomeno multi-dimensionale dell'immigrazione.
A livello nazionale e internazionale l'EMN fornisce i seguenti servizi e valori aggiunti:
Fornisce alla Commissione, agli Stati membri e al pubblico in generale informazioni oggettive e comparabili sull'immigrazione e l'asilo negli Stati Membri dell'UE;
Rende accessibili le fonti esistenti di informazioni su immigrazione e asilo;
Facilita e rafforza lo scambio di informazioni tra le fonti di informazioni e i loro utilizzatori;
Identifica e fa conoscere le best practices;
Risponde o anticipa nuovi bisogni informativi connessi alle priorità dell'UE nel campo di immigrazione e asilo.
La ricerca voluta dall'EMN, più che per tirare un bilancio, serve per preparare il futuro. Facendo perno sulla sostenibilità del "ritorno", occorre rendersi conto che mandare via gli irregolari sempre in maniera coattiva, con accompagnamento della forza pubblica, comporta pesanti effetti negativi. Innanzitutto servono più soldi di quanti se ne ha a disposizione, facendo così diminuire quelli previsti per le politiche di integrazione, che invece hanno un impatto più duraturo.
I costi del ritorno volontario assistito possono variare tra i 2.000 e i 5.000 euro a beneficiario, a seconda del progetto, del paese di ritorno e delle caratteristiche del beneficiario. Nel caso delle vittime della tratta, infatti, i costi possono essere maggiori, essendo il percorso di reinserimento più complesso.
Nel paese di origine ha inizio il processo di reintegrazione, anche attraverso l'erogazione di apposite borse, l'avvio di progetti di micro-imprenditoria (o, in alternativa, di percorsi di formazione o riqualificazione professionale), l'assistenza all'acquisto di beni di prima necessità o di attrezzature professionali. Un processo che prevede alla fine il monitoraggio, cioè la verifica dell'effettiva reintegrazione. La sostenibilità viene meno quando il beneficiario percepisce il ritorno come un fallimento del proprio progetto migratorio, anche a causa delle aspettative deluse dei propri familiari che aumentano la frustrazione e quindi il desiderio di partire di nuovo.
In caso di ritorno forzato non c'è sostenibilità: lo attestano i costi elevati dei respingimenti e dei ritorni. L'ANCI denuncia che il ritorno assistito, in confronto, costerebbe un quarto rispetto a quello forzato: come noto, secondo quanto riferisce la Corte dei Conti, il contrasto dell'immigrazione irregolare nel 2004 è costato all'Italia circa 316 mila euro al giorno.

 

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Num 69 Maggio 2007 | politicadomani.it