Pubblicato su politicadomani Num 59/60 - Giu/Lug 2006

Amedeo Modigliani
L'ultimo bohémien
A Montmartre tra i vari Picasso, Matisse, Brancusi, c'è anche un giovane artista livornese

di Alberto Foresi

Amedeo Modigliani: la sua breve esistenza non gli ha impedito non solo di divenire uno degli artisti più significativi del XX secolo, ma, per la sua vita bohémienne, di essere anche oggetto di miti, leggende, nonché protagonista di romanzi, films, opere teatrali. Nacque a Livorno il 12 luglio del 1884 da una borghese famiglia ebraica, dedita al commercio di carbone. Durante l' infanzia subì l' influsso della madre, donna di ampia cultura e di spirito aperto. In seguito al fallimento dell'impresa commerciale, ella contribuì attivamente al sostentamento familiare traducendo le poesie di D'Annunzio e scrivendo critiche letterarie. All'età di quattordici anni, gravemente malato di tifo, malattia a quei tempi dall'esito spesso mortale, Amedeo, nel delirio della febbre, rivelò il suo desiderio di dedicarsi all'arte. Guarito, si iscrisse all'Accademia di Livorno, allora diretta da Guglielmo Micheli, già allievo di Giovanni Fattori, il più famoso esponente del movimento pittorico impressionista italiano dei Macchiaioli. A Livorno frequentò anche l'atelier di Gino Romiti, ove affinò lo studio del nudo.
Nuovamente malato, lasciò, in compagnia della madre, la sua città natia nel luglio del 1900 alla volta di Napoli, Capri e Roma, ove trascorse in convalescenza i mesi invernali nel clima mite di queste località. Nel 1901 si trasferisce a Firenze e si iscrive alla Scuola libera di Nudo, scuola che frequenterà anche a Venezia, ove soggiornò a partire dal 1903, partecipando attivamente alla vita letteraria ed artistica dei caffè della città lagunare. Più che alla propria formazione pittorica in questo periodo Modigliani si dedica allo studio dell'arte italiana, alla presa di coscienza della tradizione storico-artistica conseguita tramite la diretta osservazione dei suoi capolavori. Questo studio costituirà uno dei fondamenti essenziali per l'ulteriore evoluzione della sua arte. Dopo due anni di permanenza a Venezia, Modigliani nel 1906 partì per Parigi, meta privilegiata di ogni artista ambizioso alla ricerca della legittima notorietà. Un anno importante, il 1906, per la cultura artistica francese ed europea. È l'anno della morte di Cézanne, dell'affermazione di un nuovo movimento artistico, i "fauves", con capifila Matisse, De Vlaminck e Derain. L'anno in cui lo Stato francese acquista uno dei capolavori di Manet, la "Colazione sull'erba", che tanto scandalo aveva a suo tempo suscitato, quasi a sancire la legittimazione ufficiale delle nuove correnti artistiche. I primi anni del soggiorno parigino, immediatamente precedenti lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, sono i più ricchi di stimoli e innovazione nel panorama artistico europeo, quelli in cui prendono forma le prime concrete tendenze dell'arte del XX secolo. Basti pensare ai personaggi che affollavano la vita artistica parigina in quegli anni: Picasso, Braque, Utrillo, Brancusi… Ma Parigi non è solo la capitale della pittura europea d'avanguardia: è anche la città di molti perspicaci mercanti d'arte, sempre alla ricerca di nuovi talenti.
Dal confortevole albergo posto sulla riva destra della Senna ben presto Modigliani preferì trasferirsi nel cuore della vita artistica parigina, a Montmartre, ancora impregnata dallo spirito bohémienne. Qui, per la sua arguzia e il bell'aspetto, divenne presto popolare.

 

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