Pubblicato su politicadomani Num 59/60 - Giu/Lug 2006

LA COSTITUZIONE IN PILLOLE
Breve storia della nascita della Costituzione Italiana

di Luca Calcatelli e Alberto Cafarotti

Recita il dizionario alla voce Costituzione Italiana: “Legge fondamentale della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948”.
Essa rappresenta il frutto del lavoro dell'Assemblea Costituente, composta di 556 membri eletti il 2 giugno 1946 (e appartenenti ad ogni matrice culturale, religiosa e politica italiana) presieduta da Umberto Terracini. La prima bozza, redatta da una commissione di 75 membri, fu sottoposta il 31 gennaio 1947 all'Assemblea, che nel corso di 170 sedute esaminò ben 1663 emendamenti. Il 22 dicembre dello stesso anno ebbe luogo l'approvazione del testo definitivo con la firma del Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, l'allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e del Presidente del'Assemblea Costituente, Terracini. Nei lavori dell’ Assemblea Costituente molto risalto ebbe la discussione sull’art. 7 a proposito dell’inserimento nella Costtituzione del Concordato con la Chiesa Cattolica. Con la minaccia di De Gasperi di sottoporre il testo costituzionale al referendum qualora l’articolo non fosse stato approvato e nel timore di una rottura della coalizione di governo, Togliatti, a sospresa, annunciò il voto favorevole del PCI. La Costituzione, formata da 139 articoli, fu divisa in quattro sezioni: Principi Fondamentali (art.1-12); Parte Prima, dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini (art.13-54); Parte Seconda, concernente l'ordinamento della Repubblica (art.15-39); 18 Disposizioni Transitorie e Finali, riguardanti situazioni relative al passaggio dal vecchio al nuovo regime e destinate quindi a non ripresentarsi.
Per ciò che riguarda gli avvenimenti degli ultimi anni in materia di riforme costituzionali è bene ricordare che la Costituzione Italiana è piuttosto rigida e non può essere modificata da leggi ordinarie. Tuttavia, come dall'articolo 138, la Costituzione può essere modificata o integrata con nuove leggi che devono essere state approvate a maggioranza assoluta ben due volte (a tre mesi di distanza) da entrambe le camere. Varie modifiche sono state apportate nel 2001 dal Governo di centro-sinistra. Queste hanno garantito maggiori poteri alle istituzioni locali.
Interessante notare che queste successive modifiche passarono in Parlamento per soli quattro voti e furono confermate dal seguente referendum. Nel 2005 sono state approvate molte altre modifiche sulle quali siamo chiamati a votare.

 

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