Pubblicato su politicadomani Num 59/60 - Giu/Lug 2006

Brevi

 

VENTO DALL' EST
C’è diffidenza e collaborazione tra Cina e Russia. Il 22 Marzo 2006, dopo la visita nella capitale cinese, Putin ha deciso con Hu Jintao una maggiore cooperazione nel campo dell’energia per la produzione di gas e petrolio. Ha promesso, senza dare scadenze, di studiare la fattibilità di un oleodotto siberiano con terminale in Cina che permetterebbe a quest’ultima di avere da 60 a 80 miliardi di metri cubi di gas, contro i 30 miliardi spesi nel 2004. Ma, in pratica, le due parti non hanno fatto molti progressi. Altra frustrazione per la Cina è il freno posto dal governo per investimenti cinesi in Russia. Analisti cinesi fanno notare che il rapporto Mosca–Pechino riveste non solo aspetti commerciali ed energetici, ma anche di strategia internazionale. Ad esempio i due stati si sono coalizzati sia nel frenare le decisioni ONU contro i progetti nucleari iraniani, sia nel dialogo a sei sulla crisi nucleare. Yu Bin dello Shanghai Institute for American Studies fa notare che i rapporti fra Cina e Russia sono notevolmente migliorati ma c'è sempre diffidenza. Inoltre, la Chiesa Ortodossa ha chiesto di essere riconosciuta in Cina fissando un incontro con l'Ufficio Affari Religiosi di Pechino, ma il giorno prima della data stabilita la riunione è stata cancellata senza motivo.

ATTRAZIONE FATALE
La Russia non rispetta i diritti umani. Lo dicono due scritti pubblicati di recente negli Stati Uniti. Nel primo si accusa la Russia di non rispettare i diritti umani, oltre che di corruzione, di provocazioni nei confronti delle ONG, di violenze in Cecenia e nel Caucaso. Nel secondo si rimprovera alla Russia di usare le sue esportazioni di energia (gas) come strumento di pressione politica. È messa in evidenza anche la situazione in Georgia: la Russia vorrebbe mantenerne il controllo mentre gli USA la vorrebbero indipendente. E poi c'è la Nato: la Russia ne farebbe parte, se solo gli USA firmassero il protocollo d’accesso al WTO. Il ministro della difesa Ivanov, dopo un incontro con Rumsfeld, ha dichiarato che Stati Uniti e Russia non sono nemici ma nemmeno alleati... sono rivali. Nel documento si dice che solo i buoni rapporti personali tra Putin e Bush eviterebbero una nuova guerra fredda. È un fatto che molti in Russia hanno nostalgia della grande Unione Sovietica, considerata l'unica possibile antagonista del capitalismo occidentale. Questo è uno dei principali motivi del successo di Putin. L'uomo forte che ha incrementato il PIL del 6,9%. Colui che per avere il controllo degli sbocchi verso l'Europa e l'estremo Oriente, ha disegnato una nuova mappa degli oleodotti provenienti dalla piattaforma caspica e centro asiatica.

IL CONTRASTO
Altalenanti sono i rapporti tra USA e Cina. Il 2005 si è aperto con gli USA che accusano la Cina di passare tecnologie nucleari all’Iran in cambio di petrolio. La Cina dal canto suo dichiara che le ispezioni ONU in Iraq devono andare avanti, sostenendo però l’importanza della pace ed appoggiando la politica anti interventista di Francia, Germania, Belgio e Russia. A Taiwan è la Cina che punta il dito criticando i contatti tra l'isola "traditrice" e Washington, che vede in Taiwan un punto strategico per controllare da vicino il gigante asiatico. In seguito alle dichiarazioni del Nord Corea di possedere armamenti nucleari, Cina e Usa decidono di collaborare alle ispezioni, nonostante alcune voci sostengano che fu proprio la Cina a vendere armi e missili alla dittatura comunista, cosa che ovviamente Pechino smentisce. Dal 1979, l’anno in cui Pyongyang cominciò a costruire il reattore nucleare, ogni tentativo teso a risolvere il problema della minaccia nordcoreana fallisce. Ma il 28 settembre 2005 durante il “dialogo a sei” a cui hanno preso parte Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Russia, Cina e Corea del Nord, quest’ultima accetta di abbandonare il suo programma nucleare bellico in cambio di petrolio, energia elettrica e aiuti alimentari. Agli inizi del 2006 gli Stati Uniti accusano la Cina di usare Internet per attaccarla. La Cina rifiuta la collaborazione militare con gli USA, ma non quella commerciale ed aerospaziale. A febbraio la Cina critica un rapporto del Pentagono sostenendo che l’accusa di minaccia militare cinese lì dichiarata solleva solo paure infondate e rischia di fuorviare l’opinione pubblica e internazionale.

 

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