Pubblicato su Politica Domani Num 52 - Novembre 2005

Pittura
Giovanni Boldini
Il cantore della "Belle Epoque"

di Alberto Foresi

Strano destino quello toccato in sorte a Giovanni Boldini. Pittore di successo in vita, protagonista del panorama artistico europeo tra la fine dell'800 e gli inizi del 900 e, dopo la morte, avvenuta nel 1931, caduto presto nell'oblio. Era all'inizio del suo cammino artistico quando lasciò la natia Ferrara - ove venne al mondo nel 1842, in una agiata famiglia borghese - alla volta di Firenze, luogo di incontro dei più brillanti ed innovativi esponenti del mondo artistico italiano dell'epoca. Da lì a Parigi, la Ville Lumiere, la capitale d'Europa e del mondo. Il successo e la gloria. La mostra recentemente tenutasi a Roma presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, ha consentito, grazie all'ampio repertorio di opere esposte, di ripercorrere il cammino artistico di questo singolare pittore, spesso dimenticato e un po' sottovalutato.
Il suo apprendistato a Ferrara, sotto la guida del padre Antonio, anch'egli pittore, fu presumibilmente condizionato dallo studio della locale tradizione artistica, prima di tutto la pittura del Rinascimento ferrarese, che annoverava maestri quali Cosmé Tura, Francesco del Cossa ed Ercole Roberti. È tuttavia a Firenze, ove soggiornò fra il 1864 e il 1871, che Boldini sviluppò progressivamente il tratto peculiare del suo genio pittorico, ossia la capacità di cogliere gli aspetti caratteristici della sua epoca e della società. Da una parte l'influenza dei Macchiaioli, che in quegli anni attuavano una radicale trasformazione del linguaggio pittorico italiano; dall'altra il suo progressivo specializzarsi nel ritratto, genere in cui riusciva a conciliare l'indagine psicologica dei soggetti con la percezione del sentimento del tempo che essi stessi vivevano e al contempo emanavano. La pratica ritrattista lo portò a tessere una trama di relazioni indispensabili per accrescere la sua fama artistica nell'alta società fiorentina e, più in generale, toscana.
Nel 1871 da Firenze si recò a Londra, ove risedette per qualche mese. Ben presto la lasciò per la più ammaliante Parigi, allora all'apice del suo splendore artistico e mondano, ove prese stabile dimora. È la Parigi degli Impressionisti, di Monet, Degas, la culla della pittura moderna, ma anche il luogo del divertimento più sfrenato, del can can e delle sue ballerine, e Boldini, nei suoi quadri, seppe recepire entrambe queste suggestioni, forse apparentemente così antitetiche. Proprio nella capitale francese ebbe modo di incontrare Giuseppe Verdi, di cui fu grande ammiratore, che ritrasse in due quadri, uno ad olio ed uno a pastello, che eseguì in un'unica, breve seduta di posa, e dal quale non volle mai separarsi per tutta la vita.
Brutto, finanche deforme, ma sempre circondato e conteso dalle donne più belle e affascinanti del suo tempo, le quali, avvicinandosi al pittore per essere ritratte, non disdegnavano di intrecciare con lui appassionate relazioni. Ed è proprio nei ritratti femminili che Boldini riuscì ad esprimere il meglio della sua arte. Donne fatali, avvolte in abiti raffinati e sensuali, che l'artista seppe cogliere nel loro massimo splendore, nella dimensione più voluttuosa della loro prorompente femminilità. Fu l'artista della seduzione, spettatore partecipe di quel mondo di lusso, divertimento, gioia e vitalità, pittorico cantore di quella società lieta e spensierata, dominata dall'ottimismo e dalla gioia di vivere. È la Belle Epoque che Boldini ritrae, e lo spirito di quel tempo emerge impetuoso dai suoi quadri, testimonianze più efficaci e veritiere di qualsiasi altro documento. Quel mondo che inconsciamente corre incontro al suo tragico destino - come gli incoscienti passeggeri del Titanic - verso quella guerra che decreterà la fine di un'epoca così effimera e insieme pregna di genio e di creatività. Sarà il declino di quella sensibilità artistica che l'aveva caratterizzata e l'emergere di nuove tendenze figurative, di una realtà artistica a cui Boldini, ormai anziano e prossimo alla morte, rimarrà estraneo.

 

Il catalogo della mostra

Ricchissimo ed essenziale per capire l'artista è il catalogo delle opere di Giovanni Boldini (Ed. Marsilio).
Tre saggi illustrano l'opera, il personaggio e il contesto storico e culturale. Il catalogo è diviso in sette sezioni precedute da un saggio esplicativo: l'artista e il suo atelier - il ritrattista - Parigi - il mondo della musica e della danza - la decadenza di Venezia - il ritratto internazionale - oltre il ritratto. Ogni opera è descritta con ricchezza di particolari sulla sua composizione e la sua storia successiva. Queste descrizioni aprono centinaia di piccole finestre sul mondo personale dell'artista e su quello dei suoi soggetti, oltre che sul mondo dell'arte del suo tempo e del nostro (cronaca, affari, curiosità, perfino pettegolezzi).

 

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