Pubblicato su Politica Domani Num 31 - Dicembre 2003

Politica e scorie nucleari
Dilettanti allo sbaraglio
Scanzano Jonico, città del sud in ripresa, grazie all'agricoltura e al turismo, rimane fra i siti probabili per il deposito di scorie nucleari. Qualsiasi città sarà la "prescelta", rimane il fatto che un grave problema reale è stato affrontato nel peggiore dei modi

di Alessandro Lovato

Dilettanti, è il termine più adatto per descrivere chi ha gestito la questione dell'ubicazione del sito del deposito nazionale di scorie radioattive. Le critiche si muovono su due fronti. Il primo è tecnico: alcuni autorevoli scienziati del Cnr considerano la zona di Scanzano Jonico idrogeologicamente instabile e troppo vicina al mare per offrire eterno e tranquillo riposo alle scorie. Il secondo è politico: non si capisce perché la questione sia stata affrontata con un decreto legge. Le genti lucane si sono viste imporre dall'alto l'arrivo di migliaia di metri cubi di rifiuti nucleari senza sapere perché. Sarebbe stato molto più intelligente nominare una commissione di esperti per studiare con cura e poi scegliere uno o più siti per la sepoltura definitiva e sicura delle scorie. Certo ci sarebbero state comunque grandi proteste, blocchi stradali, manifestazioni, ma lo Stato avrebbe potuto mantenere la sua posizione, forte dell'autorità degli scienziati e del loro lavoro. È buffo, inoltre, che un Governo che può gestire a suo piacimento le telecomunicazioni (e per questo è stato portato dall'UE sul banco degli imputati) non sia riuscito a creare una campagna pubblicitaria ad effetto, che sottolineasse la necessità di creare un sito nazionale per la sepoltura delle scorie. Uno spot, magari con riferimenti alla facilità di effettuare azioni terroristiche contro i siti provvisori sparsi per l'Italia, avrebbe almeno indorato la pillola dei prescelti a diventare pattumiere nucleari. Nulla di tutto ciò. Il Governo ha dovuto fare marcia indietro: Scanzano non offrirà più sepoltura alle scorie, e ci sarà una commissione di esperti a decidere la nuova ubicazione del sito nazionale. Ciò potrebbe non bastare più. Supponiamo che tra un anno venga scelta un'altra città, ci saranno proteste del tutto simili a quelle di questi giorni, ed è poco probabile che il Governo riuscirà ad andare fino in fondo, perché chi si vedrà ridotto a pattumiera nazionale dei rifiuti nucleari, memore della vicenda di Scanzano, non cederà mai. L'unica via d'uscita appare l'informazione. La commissione di esperti dovrà avere un rapporto mediatico continuo e diretto con la popolazione e dovrà agire con trasparenza. È necessario fornire le ragioni della necessità inderogabile di creare un cimitero unico per le scorie, spiegare a tutti gli italiani i motivi delle scelta, e cercare di convincere gli abitanti della città prescelta ad accettare la decisione presa. Anche se non sarà assolutamente una cosa semplice. Certo, a tempo debito, sarebbe bastata un po' d'intelligenza e un po' di buon senso per risolvere la questione, o almeno per gettare le basi per la sua risoluzione. La faciloneria e la superficialità con cui fin dal principio è stata affrontata la vicenda hanno complicato notevolmente le cose. Dilettanti.

 

Notizie

I reattori nucleari in Italia
Nel 1959 a Ispra (Varese) venne costruito il primo reattore nucleare di ricerca. Reattori nucleari produttori di energia, ora chiusi, sono quello di Latina (GCR reattore a scambio di gas, del 1963), quello di Garigliano in provincia di Caserta (BWR reattore a circuito ad acqua fredda, del 1964), l'Enrico Fermi di Trino Vercellese (di tipo PWR reattore ad acqua pressurizzata, del 1964), e quello di Caorso in provincia di Piacenza (di tipo BWR e il più potente, del 1978), l'ultimo ad essere spento, nel dicembre 2000.

Smaltimento di scorie nucleari
Le scorie nucleari a bassa attività si neutralizzano in qualche centinaia di anni. I rifiuti sono prima trattati e poi sigillati in fusti cementati e messi in totale confinamento sicuro per almeno 300 anni.
Servono invece migliaia di anni per i residui ad alta attività. Dopo avere subito un processo di vetrificazione, essi vengono racchiusi in contenitori di acciaio. Non essendo possibile garantire il confinamento sicuro per migliaia di anni, sono in corso ricerche per il loro deposito alla profondità di migliaia di metri, in formazioni saline o argillose.
In Italia l'inventario dei rifiuti radioattivi è iniziato nel 1997; nel 2000 sono iniziate le ricerche del sito di deposito nazionale. Lo smantellamento degli impianti avverrà fra il 2008 e il 2020; l'avvio del deposito nazionale è previsto per il 2010.

 

Homepage

 

   
Num 31 Dicembre 2003 | politicadomani.it