Pubblicato su Politica Domani Num 31 - Dicembre 2003

Terrorismo italiano
I brigatisti della porta accanto
Non c'è alcuna relazione fra le nuove brigate rosse e i movimenti antiglobal e per la pace

di Fabio Antonilli

Sono i vicini della porta accanto gli spietati assassini dei professori D'Antona e Biagi. A queste conclusioni sono giunte le indagini degli inquirenti che tempo fa hanno portato all'arresto di Morandi, Mezzasalma, Banelli e Proietti. I terroristi si nascondono dietro il volto comune della persona qualunque: l'impiegato, il radiologo, l'ingegnere, l'infermiere. Gente che si dedica al terrorismo come ci si può dedicare ad un hobby, o a uno sport, insomma "terroristi nel tempo libero" e non più "professionisti", quindi, come lo furono Moretti, Gallinari o Curcio, ad esempio. Così i nuovi brigatisti si confondono con la vita di tutti i giorni, con i suoi agi e i suoi vizi, abbandonando il tratto caratteristico del terrorismo degli anni '70, cioè la vita in clandestinità, e soprattutto la tipologia delle vittime. Con il loro carico di pateticità e rozzezza, si auto-arrogano, proprio come i loro "padri", il titolo di difensori di quella che una volta, nella visione marxista, veniva chiamata classe operaia. Proprio così, una volta.
Oggi la società borghese globalizzata identifica il proletariato operaio con il partito medio dei consumi, e presenta al suo interno forti contraddizioni: ciò che sembra un'opportunità per tutti è, in realtà, un'occasione per pochi di arricchirsi sempre più. Ecco allora che quei principi di solidarietà e giustizia sociale, nati con il movimento del '68, tornano alla ribalta e diventano attuali. Ma si ritrovano, purtroppo, a dover fare i conti con sparuti gruppi di criminali che, uccidendo in loro nome, ne mettono in discussione nobiltà e purezza. È così che nasce il neo-brigatismo: come offesa ai valori universali che da sempre costituiscono una speranza per un mondo migliore.
In questo contesto era inevitabile la strumentalizzazione di turno della destra al Governo. Le accuse di contiguità con le nuove Br non hanno risparmiato nessuno: Movimento new global e sindacati che da sempre condividono i valori di pace e di uguaglianza, che sono antitetici al terrorismo.
Il fatto che uno degli arrestati fosse iscritto al sindacato non è significativo di nulla. È utile, invece, ricordare come il sindacalismo si sia sempre battuto contro il massimalismo, a volte pagando un prezzo altissimo, anche con la vita.
Fa parte di un disegno, antidemocratico e semplicistico, di delegittimazione del Movimento e del sindacato pensare che ci possa essere una qualsiasi forma di simpatia e amicizia con questi "piccoli Stalin". Ed è ancora più grave rilevare come questi sillogismi da quattro soldi siano suggeriti proprio da partiti della maggioranza di Governo. Sul sito internet di Forza Italia, qualche settimana fa, era possibile partecipare ad un sondaggio in cui si chiedeva ai naviganti del web se, secondo la loro opinione, i sindacati simpatizzassero per le Br.
Oltretutto c'è una diversità di fondo, etica ed ideologica, che distingue i sindacati e il Movimento dalle nuove Br. Quest'ultime, nelle loro rivendicazioni parlano di "lotta alla borghesia imperialista", che tra l'altro oggi non esiste più perché siamo in una società interclassista, e sono, invece, totalmente assenti riferimenti, seppur minimi, ai temi cari ai new global come ad esempio la redistribuzione più equa delle risorse oppure gli organismi geneticamente modificati. Figuriamoci! Né tanto meno le Br condividono la politica neo-corporativista e di concertazione del sindacato visto che si richiamano ad una degenerazione di idee marxiste-leniniste ormai vecchie e stantie.
"Lotta di classe" e "dittatura del proletariato" fanno parte di un'altra epoca. Nessun operaio si è sentito rappresentato, e tanto meno difeso, dall'efferatezza della Lioce o del Galesi. Questo non fa altro che sottolineare quanto di anacronistico c'è nel loro pensiero e come i loro gesti sono, oggi più che mai, isolati e privi di una benché minima prospettiva futura. Oggi il mondo è più complesso, ci si divide per ben altro.

 

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