Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002

Editoriale
Regali di Natale

Maria Mezzina

Chi si è accorto finora che il Natale è vicino? Se non fosse perché la temperatura si è abbassata e dalle finestre si vede qualche cima innevata, a parte le stelle di luci che da qualche giorno pendono sulle strade della città, non c'è l'atmosfera festosa che di gran lunga precedeva l'atteso 25 Dicembre. Ristrettezze economiche. Nonostante lo spot del governo, che invita a spendere "perché così l'economia gira", il clima è di cautela se non di profonda austerità. C'è poco da fare festa, se la festa è vissuta come allegria spensierata e spendacciona. Non c'è aria di doni; o meglio, sono doni che fanno paura. Migliaia di famiglie, non solo della Fiat, metteranno sotto l'albero una lettera di licenziamento. Cortei e scioperi (mai così tanti da anni), a difesa del lavoro e di altri diritti conquistati a fatica e adesso in grave pericolo, bloccano le città. C'è poi chi il "regalo" lo ha già ricevuto: alluvioni e terremoti, smottamenti, frane ed eruzioni. C'è chi ha perso i suoi cari, avuto distrutta la casa, danneggiate le sue cose. I crolli di borsa hanno eroso i risparmi. L'euro ha fatto lievitare i prezzi e ha svuotato le tasche. Sulle coste in Galizia si raccoglie petrolio e sono in giro altre carrette del mare. E intanto monta la paura della guerra. Ci prepariamo a un Natale di immenso dolore voluto da spietati dittatori e da altrettanto spietati ex-petrolieri che ora si sentono a capo del mondo. Monta il rancore fra Israele e palestinesi, fra Russia e ceceni, fra minoranze curde e Iran, Iraq e Turchia. Le guerre fra bande rivali e i governi fantoccio corrotti esasperano le genti desolate e sfinite dell'Africa. In Argentina si muore di fame e tutta l'America latina potrebbe cadere nello stesso baratro. Negli USA dilaga il terrore attentati: timore reale, ma anche paura costruita ad arte per meglio controllare e più facilmente dominare. Stati Uniti ed Europa diventano sempre meno alleati. Moderni mercanti di schiavi riversano in mare disperati a migliaia e molti di essi raggiungono la meta cadaveri. Una norma recente (altro regalo per quest'ultimo scorcio di anno) vieta alle pattuglie del mare di soccorrere i poveri - uomini, donne, vecchi e bambini - in viaggio disperato via dalle guerre e la fame.
Da noi si naviga a vista corta. Tutte le previsioni di crescita e di risanamento sono state disattese; e allora le tasse non diminuiscono, e pensioni e stipendi non crescono. Condoni fiscali e tombali diventano normali strumenti di recupero fondi per le sconquassate finanze statali (normali??). I mezzi di informazione ufficiali, Rai e stampa nazionale, sono messi sotto controllo: silenzio, è Natale, lasciateci lavorare, va tutto bene e l'azienda Italia si avvia a diventare un unico grande cantiere. Intanto si sgombra il terreno da possibili impedimenti e passa la legge Cirami e passa la devoluzione. E passerà per Natale anche la finanziaria (forse). Senza più soldi per la ricerca, per i comuni e le Regioni, per la scuola, per lo sviluppo delle piccole imprese, per il volontariato. Ognuno faccia per sé e tanti saluti al principio della solidarietà. Ciò che è dovuto per diritto tornerà ad essere concesso per favore e la parabola dello sviluppo umano sarà di nuovo in discesa. Questi i regali, con la carta rossa lucente e il fiocco dorato brillante.
Ma per fortuna il Natale è un'altra cosa, è la speranza della "Buona Novella". E noi che siamo cristiani e crediamo nel vero Natale sappiamo che c'è sempre una luce davanti, basta solo seguirla e si esce dal tunnel. Buon Natale.

 

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