Pubblicato su Politica Domani Num 11 - Febbraio 2002

Povertà
NOTIZIE PREOCCUPANTI DAL MALI
Aumenta la mortalità infantile

Pier Luigi Starace

Già subito dopo la mia ultima missione in Mali dei primi del '99 seppi della morte di uno di tre gemelli di un parto avvenuto pochi giorni prima del mio arrivo nell'accampamento dei Tamasceq di Gao che assistiamo. Qualche mese dopo, la notizia del decesso di un altro dei due fratellini superstiti. Sembrava una cosa ristretta a quel parto, quando nel 2000 un'altra scomparsa mi colpì come una pugnalata: era morta Erzakat. Aveva forse otto anni, grazie a un mio piccolo regalo in danaro s'era comprata una "lecca-lecca", e per due volte, senza invadenza e senza pressioni, ma pur con determinazione e fiducia mi aveva chiesto di portarla con me in Italia. Il mio rifiuto, così "sensato" e "giustificabile" mi apparve allora d'una ferocia, forse d'una leggerezza imperdonabili.Poi, da questa estate, lo stillicidio: il 25 agosto moriva improvvisamente, giocando, Assewatane, un bimbo sui dieci anni, il preferito del capo tra i suoi figli, un dolore come quello del sacrificio d'Abramo senza lieto fine, per lui, ed anche per me, che seguivo i suoi progressi nello studio, ero felice che potesse finalmente avere un avvenire. A settembre moriva Taba, sorellina di Erzakat; finalmente l'ultima lettera annunciava la morte, la mattina del 27 ottobre, di Zidata, figlioletta del musicista della tribù.
Era da quando, nel lontano 1989, abbiamo iniziato a sostenere questa piccola tribù seminomade, che non c'erano più state cattive notizie di mortalità infantile: ci eravamo illusi di aver ottenuto dei grandi risultati, ma non sapevamo che fossero così facilmente attaccabili.Non sono riuscito ad avere informazioni su epidemie in atto; ma sì, invece, su un'altra cosa, due stagioni consecutive di siccità che hanno distrutto altrettanti raccolti del loro alimento base, il miglio. Non ho dubbi che sia stata e sia questa la causa prima di tante morti.
Mi ero offerto già l'anno scorso presso l'Ambasciata maliana per promuovere un aiuto d'urgenza, magari della regione Lazio, il cui regolamento prevede tali possibilità; essa Ambasciata mi ha "girato" alla FAO. La FAO ha detto che la siccità era stata molto modesta, che eventualmente mi avrebbero dato notizie più precise; poi nessuno si è più fatto sentire. Ho capito che per queste grosse organizzazioni un problema non esiste se non coinvolge milioni di persone; non parliamo poi dei capi di stato e governo, che dovrebbero alimentare e spronare la FAO, ed il cui impegno più concreto è stato invece quello di farne slittare il famoso vertice di novembre, come se la fame fosse l'ultima cosa di cui preoccuparsi. Come se non sapessero che il dio-mercato, in questo caso, come mi hanno scritto da Gao, non ha risolto il problema, ma si è limitato a far aumentare il prezzo del miglio; come se non sapessero che eventuali interventi delle autorità locali sono scoraggiati o inibiti del tutto dalle ricette del FMI e Banca Mondiale che consigliano tagli alla spesa pubblica, anche quando vi sono questioni di vita o di morte: in questo caso il dio cui si offrono queste vittime umane si chiama "aggiustamento strutturale". E' grazie ad esso che laggiù la tubercolosi è in rapida espansione, e si muore per un attacco d'asma o una puntura di vipera, per mancanza di farmaci e d'ambulanze.
Forse solo adesso capisco un'espressione di Giuseppe Ungaretti : "Nessuna violenza supera quella che ha aspetti silenziosi e freddi".

[Pier Luigi Starace è fondatore (1982) e presidente di "Velletri per il Mali", Organizzazione Non Governativa riconosciuta dal Ministero Affari Esteri, che ha realizzato in Mali progetti idroagricoli, sanitari ed educativi. Attualmente è impegnata in aiuti d'urgenza per i Tuarèg (Tamasceq) di Gao. È possibile contribuire economicamente ai progetti mediante un versamento sul cc 704/26, presso la Banca Popolare del Lazio, sportello di Via del Comune, intestato ad "Associazione Velletri per il Mali"]

 

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